Se pensiamo che, nel resto del mondo, la media di ferie è di 12-15 giorni all’anno, dobbiamo riconoscere di vivere e lavorare in un Paese che, in questo senso, è vantaggioso. L’Italia, infatti, con i suoi 20-26 giorni annui di ferie maturate, è uno dei Paesi con il più alto numero di giorni di riposo.
A parte questa premessa, ciò che a tutti i dipendenti preme è sapere quanti giorni effettivamente maturano ogni anno. Posto che il diritto alle ferie è inalienabile e riconosciuto dalla nostra Costituzione, il dubbio sorge quanto è il momento di pianificare o quantificare tale riposo.
Cosa dice la normativa
Il D. Lgs. n. 66 del 2003 stabilisce che ogni lavoratore dipendente full time ha diritto ad almeno 4 settimane di ferie all’anno. Il Codice Civile conferma questo diritto, stabilendo le modalità in cui godere del periodo di riposo, e garantisce anche il diritto a un giorno di riposo a settimana.
Tuttavia, la quantità effettiva di ferie a disposizione non è fissa, ma dipende dal tipo di contratto di lavoro e dall’anzianità di servizio del dipendente.
Maturazione ferie: come funziona
Ogni mese, il lavoratore matura delle ferie, ma lo fa a patto di aver raggiunto una quota di almeno 15 giorni di lavoro (rateo mensile). Con questo requisito e indipendentemente da tutto il resto, avviene la maturazione delle ferie.
Per fare un esempio, il dipendente cher inizia a lavorare il 10 del mese, anche se ancora in prova, a fine mese ha maturato il periodo minimo di ferie. Questo periodo corrisponde, per ogni mese, a 1/12 del totale annuo previsto per legge o dal Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro (CCNL) di riferimento per il suo settore.
Quali giorni contribuiscono alla maturazione delle ferie
Ogni dipendente matura ferie anche in quei periodi in cui fisicamente non è presente in azienda né sta lavorando. Questo succede nei casi di:
- Maternità obbligata
- Congedo parentale
- Congedo matrimoniale
- Assenza per infortunio sul lavoro o per malattia
- Permessi retribuiti, come quello spettante in virtù dell’applicazione della legge 104
- Assenza per impegno presso il seggio elettorale
- Cassa integrazione parziale
Non contribuiscono alla maturazione delle ferie, invece:
- Assenza per sciopero e attività sindacali
- Assenza per malattia dei figli
- Permessi non retribuiti
- Cassa integrazione a zero ore
Calcolo ferie: quanti giorni si maturano in un anno
Quasi tutti i dipendenti full-time maturano un periodo di ferie compreso tra i 20 e i 26 giorni ogni anno, ma non sempre è così. Alcune modifiche dipendono dai giorni lavorativi effettivi e da particolari accordi stipulati con sindacati e associazioni di tutela dei lavoratori. Dobbiamo specificare, inoltre, che gli accordi sindacali devono essere rinnovati e, di conseguenza, possono variare da un anno all’altro.
In ogni caso, come anticipato, il calcolo delle ferie maturate dipende da tre fattori:
- Tipo di contratto di lavoro
- Orario effettivo di lavoro
- Anzianità di servizio
Per calcolare quanti giorni di ferie si maturano in un mese, bisogna quindi partire dal numero di giorni di ferie annuali previsti dal CCNL o dal D.Lsg. 66/2003 e dividere questo numero per quello dei mesi lavorati.
Chi inizia il rapporto di lavoro durante l’anno deve effettuare un calcolo proporzionale, in base al periodo effettivo di lavoro. Allo stesso modo deve fare se il rapporto di lavoro si interrompe causa licenziamento o dimissioni.
Calcolo ferie maturate per lavoratori full-time
I lavoratori full-time possono calcolare le ferie maturate rapportando il numero di ferie annuali al numero di mesi lavorati, anche nei casi di:
- Contratto a tempo determinato: basta fare la proporzione in base alla durata del rapporto di lavoro
- Contratto di apprendistato: le ferie spettanti sono le stesse dei colleghi assunti con altro contratto di lavoro subordinato
- Contratto di lavoro a chiamata: anche in questo caso, è sufficiente proporzionare il numero di ferie al numero di giorni lavorati
Facendo degli esempi, se le ferie maturate ogni anno sono 26:
- Il lavoratore full-time matura 2,16 giorni di ferie al mese (26/12)
- Chi lavora a chiamata deve proporzionare il 2,16 (o 26) per i giorni o mesi lavorati
- Chi inizia a lavorare il 20 marzo inizia a maturare ferie dal 1 aprile, perché dal 20 al 30 marzo non è possibile raggiungere il rateo mensile minimo di 15 giorni
Calcolo ferie maturate per lavoratori part-time orizzontali
Il lavoratore part-time orizzontale è colui che lavora, ad esempio, 20 ore settimanali, distribuite su 5 giorni a settimana, per 4 ore al giorno.
Per questo dipendente, le ferie maturate sono le stesse del dipendente full-time, con l’unica eccezione di considerare la diversa durata in ore della giornata lavorativa.
Calcolo ferie maturate per lavoratori part-time verticali
Il lavoratore part-time verticale solitamente lavora a tempo pieno, ma solo in certi periodi della settimana, del mese o dell’anno. Può esserlo, ad esempio, chi lavora 40 ore settimanali, dal lunedì al venerdì, ma solo da maggio a settembre.
Per lui, il calcolo delle ferie maturate può essere fatto in due modi:
- Si rapporta il numero di ferie annuali di un lavoratore full-time sui 12 mesi, moltiplicando il risultato per il numero di mesi lavorati. Ad esempio: su 26 giorni di ferie annuali, i giorni mensili sono 2,16. Moltiplicando questo per i 5 mesi lavorati, si ottiene 10,8, ovvero i giorni di ferie maturati da maggio a settembre
- Si può fare una proporzione considerando i giorni lavorati: basta rapportare il numero di giorni di ferie di un lavoratore full-time con il numero di giorni a settimana di lavoro, e poi moltiplicare il risultato per i propri giorni di lavoro settimanali. Considerando sempre 26 giorni annuali e dividendoli per 5 giorni di lavoro effettivi a settimana, si ottiene 5,2. Moltiplicando tale numero per i giorni lavorati, ad esempio, 2, otteniamo 10,4, che sono i giorni di ferie annuali per il lavoratore part-time
Come trovare le ferie in busta paga
Tutti i dipendenti hanno l’obbligo di consumare le ferie maturate entro un certo periodo di tempo. Come capire quali sono le ferie godute e quelle residue, guardando la busta paga?
Le varie voci possono indicare:
- Ferie AP (o Residuo AP): ferie maturate nell’anno precedente ma non ancora godute
- Ferie AC: ferie maturate nell’anno in corso
- Ferie godute: ferie godute nel mese di riferimento della busta paga
- Ferie residue: ferie non ancora godute e a disposizione. Se il saldo è negativo, significa che il dipendente ha consumato più ferie di quelle che aveva a disposizione e che, dal mese successivo, il saldo andrà alzandosi fino a raggiungere nuovamente un valore positivo
Quasi tutte le buste paga riportano tali voci in ore; in questo modo è più facile distinguere le differenze tra lavoratori full-time e part-time.
Godimento delle ferie: diritti e doveri
Il dipendente deve consumare almeno due settimane di ferie nell’anno in cui le ha maturate; per le ferie residue ha tempo 18 mesi dalla fine dell’anno di maturazione e le può scaglionare.
Dal canto suo, l’azienda deve indicare, nel contratto, un eventuale periodo di ferie collettive, come ad esempio quelle legate a periodi di chiusura dell’attività.
Il dipendente non può rinunciare alle ferie minime garantite e neppure il datore di lavoro può chiedere o imporre di non goderne in cambio di denaro.
L’unica eccezione si verifica in caso di cessazione del raporto di lavoro. Qualsiasi sia la causa dell’interruzione del rapporto, infatti, l’azienda deve calcolare le ferie residue e retribuirle in busta paga.
L’azienda che non rispetta il diritto dei dipendenti di godere delle ferie può ricevere una sanzione amministrativa, con il pagamento di una multa di importo compreso tra 100 e 600 euro, fino ad arrivare a 4500 euro se i dipendenti coinvolti sono più di 10.
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