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trovare-lavoro-dopo-laurea-consigli
Trovare lavoro dopo la laurea: 4 consigli pratici

Ti stai avvicinando alla laurea o hai appena concluso il tuo percorso universitario? Complimenti! È un traguardo importante che ha richiesto molto impegno e tanti sacrifici. Ora, però, per entrare nel mondo del lavoro, faresti volentieri a meno di dover ricominciare tutto daccapo, eppure è questa la sensazione di molti.

Ogni giorno entriamo in contatto con giovani alla prima esperienza nel proprio settore di laurea, con grandi aspettative ma pochi strumenti per trovare attivamente lavoro.

Ecco perché abbiamo pensato di dedicare questo spazio proprio a questo tema, raccogliendo per te 4 consigli davvero pratici ed efficaci per trovare lavoro dopo la laurea. In questo modo saprai quali step seguire e avrai un po’ più di sicurezza in questo cruciale passaggio per il tuo futuro lavorativo.

 

Step 1: conoscere tutte le strade che puoi prendere

 

“Trovare lavoro” è un po’ generico, non ti pare? Per fare un passo in avanti, il trucco è pensare in modo pratico a quali sono le modalità attraverso cui potresti accedere al mondo del lavoro più facilmente e con le quali proporti.

Una cosa che a molti sfugge, infatti, è che durante il periodo universitario è attiva la possibilità per lo studente di attivare stage extracurricolari, ovvero esperienze lavorative non richieste obbligatoriamente dall’ateneo, ma davvero strategiche per cominciare a mettere il naso nella vita lavorativa.

In questo caso sono due le cose che devi tenere presente:

– queste prestazioni lavorative non prevedono uno stipendio vero e proprio, ma piuttosto un rimborso spese riconosciuto liberamente dall’azienda presso cui presti servizio. Il vero compenso di questa attività è l’esperienza che puoi maturare alla conclusione degli studi e la possibilità di capire qual è il contesto migliore per te;

– gli stage extracurricolari possono essere attivati sia durante il percorso universitario, sia al termine degli studi entro un massimale di mesi che può variare da ateneo ad ateneo. Questo significa che anche per te che hai concluso il percorso universitario c’è questa possibilità e vale la pena sfruttarla se non hai ancora avuto modo di fare esperienze spendibili nel tuo settore di specializzazione.

 

Step 2: non sottovalutare il valore della specializzazione

 

Un’altra strada possibile, che potresti percorrere parallelamente alla ricerca di lavoro se i tempi si stanno allungando un po’ troppo, è quella del master. Sia che tu abbia concluso un percorso triennale o abbia già ottenuto la laurea magistrale, esistono davvero moltissimi master a disposizione per approfondire ulteriormente un campo specifico o focalizzarti in un ambito. In questo caso il nostro consiglio è di tenere presente che:

– non devi cadere nella tentazione di prendere questa alternativa come un modo per procrastinare la ricerca di lavoro. Hai già passato molti anni a studiare, scegli questa strada solo se individui un percorso di specializzazione che può portare valore al tuo profilo professionale e aiutarti a proporti nel mondo del lavoro per posizioni specifiche, diversamente da molti altri colleghi generalisti;

– se accedi a un master, nulla ti vieta di continuare la ricerca di lavoro e accettare anche piccole esperienze che possono coadiuvare questa parentesi formativa. A questo proposito molti master offrono anche occasioni di collaborazione con le aziende durante il loro svolgimento, ma se trovi un’occasione interessante per te, fai qualche calcolo di tempistiche e aggiungi al tuo bagaglio professionale quanto più valore riesci;

– un’ultima – importante – considerazione: una specializzazione aggiuntiva ti renderà più interessante agli occhi dei selezionatori e ti permetterà di differenziarti rispetto ai tanti colleghi laureati.

 

Step 3: hai curato bene il tuo Curriculum?

 

Il motivo principale per cui i CV vengono scartati dai recruiter è la loro poca pertinenza o una loro scorretta struttura. E questo accade anche nelle candidature di molti laureati.

Dare per scontato che un Curriculum Vitae sia un documento standard da compilare e presentare a tutte le aziende che potrebbero offrirti lavoro può essere motivo di un immotivato prolungamento delle tue sofferenze. Se ancora non lo hai fatto, quindi, poni subito rimedio!

Come prima cosa, accertati di personalizzare il tuo CV in base all’azienda e alla posizione per cui ti stai candidando: includi informazioni mirate riguardanti il tuo percorso di studi ed eventuali esperienze lavorative pregresse in linea con l’offerta; metti in evidenza le tue caratteristiche personali e le skill che possono fare la differenza all’interno dell’ambiente lavorativo.

Non sottovalutare, poi, l’importanza della lettera di presentazione (o del testo dell’e-mail, nel caso tu faccia un invio telematico). Ritenerlo uno strumento obsoleto è un errore che molti commettono e da cui tu potresti trarre vantaggio. Si tratta della prima vera occasione che hai di attirare l’attenzione dell’azienda e di mostrare il tuo interesse per la posizione aperta.

Infine, ricorda che senza contatti diretti e consenso al trattamento dei dati non vai da nessuna parte.
Nel tuo Curriculum inserisci bene in evidenza il numero di telefono e un indirizzo e-mail a cui possono ricontattarti, insieme ai tuoi dati personali. In molti cadono proprio su questo dettaglio che, chiaramente, non è trascurabile.

Alla fine del CV ricordati anche la dicitura per il consenso al trattamento dei tuoi dati, che è essenziale per permettere all’azienda di contattarti, anche se hai fatto un invio diretto della candidatura. Anche questo è un particolare fondamentale, soprattutto dal momento che molte aziende sono attente a questi aspetti e non intendono rischiare a fini legali.

 

Step 4: cura una tua rete professionale

 

L’ultimo passaggio che suggeriamo per trovare attivamente lavoro dopo la laurea è la creazione di un network professionale attivo attorno a te.

Gli anni di studi che hai compiuto finora sono un punto di partenza, è vero, ma anche un’incredibile fonte di contatti che può rivelarsi davvero utile ai fini della ricerca di lavoro che stai compiendo, ma anche per il futuro (non si sa mai!).

Ci sono diversi livelli su cui ti consigliamo di lavorare.

Mantenere i rapporti con le persone.
Buttare all’aria le relazioni instaurate è un errore che non puoi permetterti di commettere. Al momento, dopo molti anni di formazione alle spalle ma poca esperienza, fare tesoro dei contatti che hai è una strategia che a lungo termine si rivelerà vincente. E a volte neanche troppo a lungo termine!
Mantieni i contatti con tutte quelle persone che ritieni collegate all’ambito professionale cui aspiri – parliamo di professori specializzati in specifici campi, professionisti con cui sei entrato in contatto durante gli studi, compagni di corso che già avevano fatto esperienze interessanti – o colleghi che semplicemente stimi perché particolarmente bravi nel tuo ambito e che pensi possano fare strada.

Sfruttare le potenzialità dei social network.
Inutile negarlo: oggi il mondo del lavoro si muove anche online. Una delle strade più veloci e performanti per cercare lavoro e curare la tua visibilità è proprio strutturare una presenza completa e strategica sui social network. Il tempo che dedichi alla ricerca di lavoro è occasione anche per ottimizzare tutti questi canali, da quelli prettamente professionali (ad esempio LinkedIn) a quelli settoriali (piattaforme dedicate alla presentazione dei propri lavori e progetti), ai tuoi profili social personali (da non sottovalutare dal momento che sono spesso verificati dai recruiter per conoscere meglio i candidati e anche valutarne la serietà).
Ricordati però che creare una rete online non è condizione sufficiente a essere ricordato dai tuoi contatti, per questo poni sempre l’attenzione sulle relazioni sociali reali e cogli ogni occasione possibile per tenere vive le relazioni con tutti quei contatti che possono essere di valore per il tuo futuro.

Partecipare a eventi formativi.
Oltre a mantenerti aggiornato sulle ultime novità di settore (che oggi sono sempre di più e sempre più frequenti, in ogni ambito) queste occasioni di approfondimento sono il momento più propizio per conoscere nuovi professionisti e avvicinarsi a realtà attive nel tuo settore, oltre che aziende potenzialmente interessate a nuove assunzioni.
Spesso si tratta di eventi a pagamento, ma puoi considerarli un buon investimento per il tuo futuro, sotto tutti gli aspetti.

Approfondire ambiti paralleli al tuo settore.
Se il lavoro dei tuoi sogni tarda ad arrivare, non pensare sia tempo sprecato: questo lo puoi decidere solo tu! Una delle caratteristiche trasversali più apprezzate oggi nel mondo del lavoro è la versatilità, e più conosci l’universo che gravita attorno al lavoro che vorresti fare, più avrà valore il tuo apporto professionale. Quindi informati, mantieniti aggiornato sui settori di riferimento, cogli le occasioni per approfondire degli aspetti anche solo parzialmente collegati al tuo ambito: saranno un bagaglio importante che diventerà il tuo personale tesoretto.

 

Con tutti questi consigli, ne siamo certi, sei sulla strada giusta per iniziare una carriera importante! Ti auguriamo quindi buon lavoro nel mettere in pratica tutto ciò che ti abbiamo suggerito e ti ricordiamo che un primo contatto utile per la ricerca del tuo prossimo impiego potrebbe essere già qui.

Ogni giorno selezioniamo diversi profili professionali per le nostre aziende clienti in moltissimi settori. Guarda tra gli annunci di lavoro già pubblicati se c’è quello che fa per te, oppure invia qui il tuo CV per essere sempre aggiornato sulle nuove posizioni aperte nel tuo settore.

 

4 Novembre 2022
come-diventare-progettista-impianti-elettrici
Come diventare progettista di impianti elettrici

Chi l’ha detto che i lavori artigianali sono solo manuali e non richiedono particolari livelli di istruzione? Dietro a tutte le attività che portano alla realizzazione concreta di un manufatto esiste un progettista, un professionista che studia la fattibilità del progetto, lo mette su carta e ne supervisiona poi la realizzazione.

Nel nostro lavoro abbiamo avuto occasione di entrare più volte in contatto con la figura del progettista di impianti elettrici, molto richiesto non solo all’interno delle piccole-medie imprese artigiane, ma anche dalle più grandi aziende in ambito edilizio. Insomma, c’è posto per tutti, bisogna però che tu conosca bene questa professione per poterti candidare e ottenere il posto di lavoro.

Sei pronto a scoprire tutto ciò che dovresti conoscere sul progettista di impianti elettrici? Iniziamo questo viaggio e scopriamo insieme come arricchire la tua candidatura.

 

Cosa fa il progettista di impianti elettrici

 

Per rispondere a questa domanda partiamo dalla base, cioè dagli impianti elettrici stessi. Oggi la corrente elettrica è parte integrante di ogni edificio, essenziale per fornire energia alle attività quotidiane o alla produzione. Perché arrivi a noi in modo sicuro ed efficiente, senza creare danni alla salute o avere dispersioni nell’ambiente, è necessario l’intervento di professionisti in grado di studiare l’intero impianto e di farlo realizzare a regola d’arte.

Ecco, quindi, il compito principale del progettista di impianti elettrici: definire la disposizione del circuito e dei terminali (quali gli interruttori e le prese di corrente), oltre a fornire un impianto performante in termini di distribuzione dell’energia e di contenimento dei consumi.

Un compito davvero importante e complesso, che racchiude in sé molte mansioni:

  • analisi del progetto edile;
  • studio delle richieste e della fattibilità;
  • in caso di interventi migliorativi, eventuale verifica degli impianti preesistenti;
  • sopralluogo e rilevazione delle misure;
  • definizione del progetto e disegno dell’impianto attraverso software tecnici di progettazione;
  • valutazione dei materiali necessari alla realizzazione;
  • soprintendenza dei lavori;
  • verifica dei requisiti di legge dell’impianto.

 

Progettista di impianti elettrici e percorso di studi

 

Le conoscenze e le responsabilità di questa figura professionale sono tante, te ne sarai accorto. E come di consueto, a grandi compiti corrisponde anche una formazione importante, che nel caso del progettista di impianti elettrici si articola su diversi livelli.

Non esiste una legge che obbliga questa categoria di lavoratori ad avere un titolo di studio particolare, ma c’è invece un Decreto Legislativo (il numero 626/94) che rende necessaria l’abilitazione sulla sicurezza per poter operare.

È inoltre importante dire che una formazione avanzata permette al progettista di poter seguire progetti sempre più grandi e complessi, passando quindi dal classico diploma tecnico ad una laurea in ingegneria e alcuni anni di esperienza professionale, prima di poter praticare in autonomia.

Chiaramente, per un dipendente non è sempre richiesta una formazione universitaria, ma quest’ultima si rivela fondamentale se invece vuoi avere la possibilità di firma sul progetto e di candidarti per posizioni decisionali. In questo caso dovrai essere iscritto almeno al collegio dei periti industriali e superare un esame di stato.

 

Le competenze più richieste ai progettisti di impianti elettrici

 

Se la tua idea è cercare lavoro come dipendente, non ti basterà essere un buon progettista di impianti elettrici, dovrai anche saperti presentare correttamente e mettere in risalto le tue caratteristiche professionali distintive.

Per rendere davvero efficaci le tue prossime candidature, ti suggeriamo di avere cura dei particolari, a partire dalle competenze più richieste per questa figura. Ecco qui la selezione delle 3 principali competenze necessarie per essere assunto come progettista di impianti elettrici.

1. Competenza tecnica. Gli studi serviranno a ben poco se non saprai tradurre la teoria in utili strumenti tecnici da mettere al servizio dei progetti cui ti dedicherai. La competenza tecnica riguardante gli impianti, i materiali e le tecnologie connesse è fondamentale per operare in questo settore ma, soprattutto, per essere selezionato.

2. Conoscenza dei principali software tecnici. Anche gli strumenti sono fondamentali in questo lavoro. Abbandonati – quasi totalmente – carta e matita, oggi è strettamente necessario saper padroneggiare il pacchetto applicativo CAD (Computer Aided Design) per presentare in formato digitale il progetto e verificare anche i file degli altri professionisti coinvolti nella struttura dell’edificio.

3. Capacità di problem solving. Progettare significa studiare, verificare e trovare soluzioni laddove si presenti un limite strutturale. Ecco perché è molto apprezzata una spiccata autonomia nella risoluzione dei problemi, che dovrai mettere in risalto nel tuo CV condividendo quelle esperienze in cui la tua capacità di vedere un’opportunità dietro al problema è stato fondamentale.

 

Ti senti pronto per cercare lavoro come progettista di impianti elettrici? Guarda subito tra gli annunci di lavoro già presenti sul nostro sito se c’è l’opportunità che stavi cercando, oppure carica qui il tuo CV per essere sempre aggiornato sulle prossime posizioni aperte.

 

28 Ottobre 2022
lettera-di-ringraziamento-dopo-colloquio-quando-come-farla
Lettera di ringraziamento dopo un colloquio: quando e come farla

Essere gentili premia sempre. Ma quando, nel contesto dei colloqui di lavoro, rischi di esagerare?
La lettera di ringraziamento viaggia proprio su questa linea sottile e bisogna conoscerne appieno le motivazioni per non rischiare di strafare rovinando tutto.

Una delle attività principali nel nostro lavoro riguarda proprio la selezione del personale e – dobbiamo ammetterlo – quella della lettera di ringraziamento non è una pratica molto comune, ma quando fatta bene lascia il segno.

Se hai appena concluso un colloquio e vorresti sapere se è il caso di inviare una lettera di ringraziamento all’azienda (o meglio, al tuo selezionatore), ecco qualche consiglio su cosa è la lettera di ringraziamento, quando è il caso di inviarla e come dovresti scriverla.

 

Che cos’è la lettera di ringraziamento

 

La lettera di ringraziamento è costituita da poche righe concise che devono seguire il vostro incontro, meglio ancora se inviate via e-mail.

Qui il tempo è tutto: non puoi lasciar passare giorni e giorni (il selezionatore potrebbe addirittura non ricordarsi così bene di te!), ma devi cogliere le ore successive al colloquio per dimostrare gratitudine per il tempo che ti è stato concesso e, soprattutto, per lasciare alcuni altri buoni spunti per convincerlo a richiamarti per un altro colloquio.

La lettera di ringraziamento, quindi, non è semplicemente un esercizio di gentilezza, ma una buona occasione sia per te che per il recruiter di farti conoscere bene, magari con qualche mirato approfondimento. La regola numero uno rimane quella di essere autentico, evitando le solite frasi fatte o discorsi preconfezionati. E se non ti senti di aggiungere nulla al tuo colloquio, a volte ricorda che semplicemente un ringraziamento e qualche segno della tua forte motivazione sono tutto ciò che ti serve per fare colpo.

 

Quando inviare la lettera di ringraziamento

 

Forse lo avrai già capito: il momento giusto per mandare la tua e-mail di ringraziamento è proprio poco dopo il vostro incontro, almeno per due motivi:

1. trattieni l’attenzione del recruiter sul tuo profilo professionale, consentendogli di fare mente locale su di te e le tue caratteristiche, dopo una giornata in cui avrà visto sicuramente molti altri candidati;

2. anche tu hai ben chiara la vostra conversazione, sai quali sono i punti che avete maggiormente approfondito e su quali avreste invece avuto bisogno di soffermarvi un po’ di più.

Il segreto, infatti, è sfruttare le ore successive al colloquio per riflettere oggettivamente su come è andata, su quali aspetti potreste ancora trovare spunti di dialogo ora che conosci molto meglio l’azienda e su cosa ancora il recruiter dovrebbe sapere su di te per poter fare una scelta completa.

Che le ore successive ad un colloquio siano fondamentali crediamo tu lo abbia capito. Ma il “quando” non riguarda solo il momento in cui farlo, ma anche i casi in cui è bene affidarsi a una lettera di ringraziamento.

Prendiamo il caso in cui, durante l’incontro, tu non sia riuscito a rispondere in modo efficace a una domanda che ti è stata posta: l’agitazione e una richiesta inaspettata possono portare a ciò. Non devi temere, perché proprio questo potrebbe essere il caso in cui completare la tua risposta all’interno della lettera di ringraziamento, permettendo al recruiter di capire meglio quello che volevi trasmettere.

Allo stesso modo, se ti sei reso conto di aver tralasciato informazioni importanti sul tuo percorso professionale, questo è il momento giusto per completare la tua presentazione, magari auspicando un prossimo incontro in cui poterne parlare di persona.

 

Cosa scrivere nella lettera di ringraziamento

 

In buona parte abbiamo già risposto a questa domanda, ma vogliamo aiutarti lasciandoti ancora qualche consiglio su come e cosa scrivere nella tua lettera di ringraziamento al selezionatore:

  • non dare per scontato che il recruiter ricolleghi subito il tuo nome al tuo volto e al tuo CV, anzi aiutalo a fare questa connessione ricordando momenti specifici del vostro incontro;
  • se sei al primo o secondo colloquio, la tua lettera di ringraziamento deve essere breve e semplice, non un papiro: il selezionatore ti ha già concesso del tempo, fai in modo di rendere questa e-mail produttiva e non ulteriormente impegnativa;
  • non perderti in sproloqui, invia la tua lettera di ringraziamento prima di tutto per esprimere la tua gratitudine e contentezza per l’incontro, senza dimenticare di dare un senso al tuo messaggio con qualche informazione specifica che non hai comunicato durante il colloquio;
  • ripensandoci, forse non ti sei soffermato sufficientemente su un aspetto che ti caratterizza in quanto lavoratore e che ritieni essere fondamentale per il ruolo che vorresti ricoprire. Se hai avuto già modo di mettere in pratica proprio questo aspetto, inserisci all’interno della lettera un riferimento alle tue esperienze passate e alla volontà di approfondire durante il prossimo colloquio;
  • sfrutta anche le ultime righe per fare colpo: oltre a rimanere in attesa, mettiti anche a disposizione per eventuali altri approfondimenti sul tuo profilo professionale, con l’augurio di poterlo fare in occasione del prossimo colloquio.

 

Siamo contenti di averti fornito degli strumenti utili per redigere la tua lettera di ringraziamento.

Se sei alla ricerca di un nuovo lavoro stimolante, e in linea con il tuo profilo professionale, scopri subito le opportunità già disponibili sul nostro sito. Oppure, carica qui il tuo CV per essere sempre aggiornato sulle nuove offerte di lavoro di tuo interesse.

 

21 Ottobre 2022
aspettativa-non-retribuita-cose-come-funziona
Aspettativa non retribuita: cos’è e come funziona

Il lavoro impegna gran parte del tuo tempo. Tempo che a volte la vita richiede di riservare ad altro, per questioni impellenti che necessitano della tua presenza costante. E allora cosa succede? Devi perdere il lavoro che tanto duramente ti sei guadagnato o che ami? Puoi stare tranquillo, la risposta è no.

Nel nostro lavoro abbiamo contatto ogni giorno con centinaia di lavoratori, e questi casi non sono così isolati come credi. La vita può riservare delle sorprese, ma tu puoi trovare soluzioni alternative al licenziamento.

Iniziamo con l’approfondire l’aspettativa non retribuita: di cosa si tratta, chi la può richiedere e come puoi farne domanda al tuo datore di lavoro.

 

Che cos’è l’aspettativa non retribuita

 

Come dice il nome, si tratta di un’assenza giustificata dal lavoro che non prevede la retribuzione. Potresti conoscerla anche con il nome di “congedo” e indica sostanzialmente la possibilità di mantenere il tuo attuale posto di lavoro pur non presentandoti di fatto per un periodo anche lungo di tempo.

Se presenti domanda nei termini corretti e per le motivazioni riconosciute dalla legge – che vedremo insieme tra poco – il datore di lavoro non può negarti l’accesso a questa forma speciale di assenza e non può nemmeno licenziarti, ma devi sapere che durante questo periodo non ti saranno versati i contributi previdenziali, anche se gli anni di aspettativa varranno comunque per il conteggio ai fini del pensionamento.

 

Chi può richiedere l’aspettativa non retribuita

 

La legge prevede delle categorie ben precise di lavoratori che possono richiedere l’accesso al congedo non retribuito (e ottenerlo senza possibilità di diniego). Riguardano delle motivazioni legate alla tua vita personale o alle persone a te più vicine, anche se per accedervi ci sono dei requisiti tassativi da rispettare o da avere.

Puoi richiedere e ottenere l’aspettativa non retribuita per gravi motivi familiari, previsti dall’articolo 4 della legge 53/2000 e dall’articolo 2 e 3 del Decreto Ministeriale 278/2000. Queste motivazioni possono riguardare direttamente te, ma anche un tuo parente stretto disabile (fino al terzo grado) oppure un tuo coniuge o convivente. Le motivazioni per le quali è prevista l’aspettativa non retribuita in caso di gravi motivi familiari sono:

  • un tuo diretto impegno temporaneo a seguito della morte di parenti stretti, coniugi o conviventi;
  • la cura e l’assistenza di coniugi, conviventi o parenti stretti non autosufficienti;
  • patologie acute o croniche che influiscono sulla tua autonomia e influenzano la tua abilità al lavoro;
  • un tuo forte disagio personale che ti richiede di assentarti temporaneamente dal luogo di lavoro.

Un altro caso per il quale puoi richiedere e ottenere l’aspettativa non retribuita è la tossicodipendenza. Che sia tu il diretto interessato o un tuo familiare stretto, il datore di lavoro è tenuto a riconoscerti l’assenza giustificata senza retribuzione se la dipendenza è provata dal SERT (Servizio per le Tossicodipendenze).

Al di là di patologie gravi o dipendenze croniche, l’aspettativa non retribuita puoi richiederla anche per motivazioni legate al tuo accrescimento formativo o per il tuo impegno in cariche pubbliche o sindacali.

Partiamo dal primo caso. Se hai deciso di terminare un percorso di studi (che sia la scuola dell’obbligo o l’università) oppure di iscriverti a un corso formativo pluriennale non promosso dall’azienda per la quale lavori, sappi che è motivazione valida per richiedere il congedo non retribuito secondo l’articolo 5 della legge 53/2000. Attenzione però: puoi richiederla solo se lavori da almeno 5 anni nella stessa azienda e per un periodo non più lungo di 11 mesi, frazionati nel tempo o continuativi.

Nel caso in cui invece tu stia per assumere una carica politica (articolo 31 della legge 300/70 e articoli 77 e 79 del Decreto Legislativo 267/2000) o sindacale (articolo 31 della legge 300/70), sappi che anche in questi casi ti deve essere riconosciuta la possibilità di ottenere l’aspettativa non retribuita. Questa deve poter coprire l’intera durata del tuo mandato, anche frazionato nel tempo se necessario.

 

Come richiedere l’aspettativa non retribuita al datore di lavoro

 

Ora che hai appurato di poter effettivamente fare richiesta di aspettativa non retribuita, non ti resta che chiarire come procedere.

Purtroppo non esiste una strada uguale per tutti i casi, dovrai fare riferimento al tuo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) per chiarire i termini e le modalità della richiesta, anche se una cosa rimane comune: il datore di lavoro è obbligato a dare risposta alla tua domanda entro 10 giorni dalla richiesta.

La procedura per ottenere il congedo passa attraverso un documento formale sotto forma di lettera intestata che dovrai redigere e consegnare all’ufficio personale o, in assenza, direttamente al tuo capo. In questa domanda ricorda di indicare: la durata dell’aspettativa che richiedi, le motivazioni cui ti appelli secondo legge ed eventuali altre richieste all’azienda, come ad esempio la possibilità di agganciare ferie o permessi non ancora goduti.

Il lavoro è una parte importante della tua vita, ma non è tutto. Farti riconoscere un periodo di assenza dal lavoro è un tuo diritto e ora sai come farlo valere.

Se invece ti stai guardando attorno per cercare una nuova opportunità, sappi che siamo sempre alla ricerca di lavoratori in diversi settori.

Guarda subito le offerte di lavoro già disponibili sul nostro sito, oppure invia qui il tuo CV per essere sempre aggiornato sulle ultime novità di tuo interesse.

14 Ottobre 2022
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