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colloquio-di-lavoro-in-estate-come-vestirsi
Colloquio di lavoro in estate: come vestirsi

L’estate si avvicina, e con questa anche alcuni colloqui di lavoro? Già sai che vestirti in modo appropriato ti permetterà di fare una buona prima impressione, ma sarai in grado di superare questa prova anche con 40 gradi all’ombra?

Nel nostro lavoro i colloqui sono all’ordine del giorno e – luoghi comuni a parte – l’abbigliamento è davvero uno di quei dettagli che fanno la differenza e che già ci parlano della cura e della professionalità con cui il candidato si approccia al lavoro. Con l’arrivo dell’estate e del caldo, però, sono in tanti a cadere vittime di errori banali, nel tentativo di vestire leggero.

Come puoi allora scegliere l’abbigliamento giusto per un colloquio in estate? Abbiamo la risposta per te.

 

Inizia da semplici regole generali per il colloquio di lavoro in estate

 

Per iniziare con il piede giusto, la prima cosa da fare è non tralasciare alcun particolare. Ci sono delle regole che valgono per tutte le stagioni e che dovresti conoscere bene per scegliere come vestirti per il tuo prossimo colloquio.

Facciamo un riassunto insieme.

Tieni in considerazione l’ambiente lavorativo. Ogni azienda è un mondo a sé, generalizzare è proprio il primo errore da evitare! Per scegliere come vestirti al prossimo colloquio, quindi, chiediti come si possono vestire i colleghi che condividono il tuo stesso ruolo in modo da prendere spunto. Evita in generale ogni tipo di eccesso e fatti guidare prima di tutto dal buon senso. Andrai alla grande!

Dimostrati curato e ordinato. A volte non basta essere vestito di tutto punto per fare una buona impressione. E allora cosa devi fare? Ricorda sempre che, al di là della qualità dell’abbigliamento, è l’accuratezza nella scelta e nella preparazione che fa davvero la differenza. Prova a pensarci: un pantalone troppo largo o un maglioncino stropicciato cosa racconterebbero di te? Evita per prima cosa queste leggerezze e sei già a metà strada per il successo.

Scegli colori adeguati. Nero, blu e grigio non sono le uniche opzioni tra cui puoi decidere. Il segreto per una buona scelta è come sempre considerare l’azienda in cui andrai a inserirti. Ecco quindi che, in linea di massima, colori non troppo sgargianti come le tinte pastello possono essere usati assieme ai classici colori più professionali, se senti il colore parte del tuo modo di essere. Allo stesso modo, non sentirti obbligato ad essere diverso a tutti i costi: se il tuo modo di vestire è abbastanza classico, pensare a particolari stravaganze per questo appuntamento non è la scelta giusta.

Non esagerare con i dettagli. Ti stai presentando ad un colloquio di lavoro, non a una sfilata di moda o a una serata con gli amici. Presta attenzione quindi a scegliere con accuratezza ed eleganza tutti i dettagli, dal profumo agli accessori. E comunque, nel dubbio, rimani sobrio finché non avrai sondato per bene il contesto lavorativo in cui ti inserirai.

 

L’abbigliamento da uomo per un colloquio estivo

 

Diciamolo fuori dai denti: il pensiero di indossare una camicia ti spaventa, vero? Già l’agitazione ti farà sudare le classiche “sette camicie”, il caldo sicuramente farà il resto e ti ritroverai chiazzato di sudore ancora prima di iniziare. Abbiamo alcuni suggerimenti a questo proposito!

Innanzitutto, chi l’ha detto che devi indossare per forza una camicia? A meno che tu non ti stia candidando per un lavoro di rappresentanza o in un settore come quello bancario o legale, in estate una bella maglia in lino o una polo elegante possono essere validissimi sostituti.

Se invece non vuoi rinunciare alla camicia, considera che esistono diversi tessuti freschi che permettono di stare bene anche con una manica lunga. Nella scelta, oltre al tessuto, valuta anche il colore: il bianco è senz’altro il colore che mostra meno le macchie di sudore ed è quindi quello più adatto per la stagione estiva.

 

L’abbigliamento da donna per un colloquio estivo

 

Le donne sono solitamente più agevolate nel periodo estivo, perché ci sono molte opzioni possibili per restare fresche. Per un colloquio di lavoro, però, l’importante è rimanere sobrie e professionali.

Ecco, quindi, che la prima cosa a cui prestare attenzione sono le lunghezze, le scollature e la leggerezza dei tessuti. Gambe troppo scoperte, reggiseni e parti del corpo troppo in vista non sono certo il biglietto da visita corretto per un nuovo posto di lavoro. Se presti attenzione a questi dettagli, però, il gioco è presto fatto!

Puoi giocare liberamente tra pantalone, gonna oppure abito, avendo l’accortezza di indossare lunghezze fino al ginocchio. Per il busto, invece, un must-have sono le camicette, che grazie alla loro leggerezza ti permettono di rimanere fresca senza mostrare spalle o scollatura.

Se il caldo è troppo e vorresti optare per un capo senza maniche, puoi dimenticare ogni disagio ricordandoti semplicemente di non lasciare in mostra le spalline, preferendo reggiseni autoreggenti e di scegliere capi non troppo attillati per evitare trasparenze e aloni indesiderati.

Dulcis in fundo, le scarpe: aperte o chiuse? Per quanto i tuoi piedi possano essere curati, ricorda che un ambiente professionale richiede di indossare una scarpa chiusa, sempre. Pensa quindi ad un sandalo a punta chiusa oppure a un bel décolleté a tacco basso e il tuo outfit è completo!

 

Ora affrontare il tuo prossimo colloquio estivo, sarà un gioco da ragazzi! Se sei alla ricerca di nuove opportunità lavorative guarda subito gli annunci di lavoro già pubblicati sul nostro sito oppure invia qui il tuo CV per non perderti le nuove posizioni aperte.

 

19 Maggio 2023
come-diventare-freelance-cosa-devi-sapere
Come diventare freelance: cosa devi sapere

Basta davvero solo aprire Partita IVA per diventare freelance? Le sfaccettature di questa formula nel mondo del lavoro sono davvero tantissime, e perché sia una scelta vincente è bene conoscerne tutti gli aspetti che la contraddistinguono.

Ogni giorno, moltissimi professionisti valutano anche questa strada per realizzarsi nel lavoro. Eppure, dietro all’apparente semplicità di questa forma di lavoro, si nascondono tante domande e altrettante curiosità.

Noi siamo pronti a dare risposta ai dubbi più comuni riguardo come diventare freelance.

 

Quando si parla di freelance?

 

Freelance, liberi professionisti, lavoratori autonomi: tutti sinonimi dello stesso concetto o c’è qualcosa che ti sfugge?

Buona intuizione! Se già ti sei posto il problema, avrai fiutato che non sono proprio la stessa cosa, ma hanno alcune peculiarità che li rendono ben distinti, soprattutto nel rapporto lavorativo con i loro clienti.

Iniziamo con il dire che la partita si gioca tra i termini freelance e lavoratore autonomo, mentre quando si parla di liberi professionisti si fa riferimento alla categoria più ampia che li comprende. Infatti, entrambi si distinguono per il fatto di non essere legati univocamente ad un datore di lavoro, ma se il lavoratore autonomo si rivolge direttamente al cliente ultimo, il freelance molto spesso si interfaccia con degli intermediari che possono essere agenzie o altri professionisti.

Chiarita questa fondamentale sfumatura, possiamo definire il freelance quella figura che svolge un’attività lavorativa senza vincoli formali di subordinazione fissa, fornendo le sue prestazioni a una pluralità di aziende, organizzazioni o privati. Quest’ultima specificità non è solo un dettaglio, devi prestare attenzione: per definizione ai fini fiscali, chi ha partita iva deve avere più di un cliente, proprio per differenziarsi da chi ha un rapporto lavorativo con un solo datore e dovrebbe quindi avere un contratto dipendente.

 

Come iniziare sopravvivendo alla burocrazia

 

Benissimo: essere freelance è proprio quello che vuoi per il tuo futuro lavorativo. Da dove devi iniziare?

Come primo passo devi superare uno degli scogli più grandi, ovvero fare i conti con la burocrazia. Tutti lo hanno fatto prima di te, quindi non devi temere! Per aiutarti però abbiamo riassunto in questa lista i punti che ti servirà registrare per poter svolgere la tua attività come freelance e, soprattutto, guadagnare.

Ecco cosa dovrai fare:

1. aprire Partita IVA presso l’Agenzia delle Entrate. Per farlo dovrai compilare il modello AA9/12 di inizio attività, entro i primi 30 giorni;

2. scegliere il regime fiscale. Regime ordinario o forfettario? Questo è il problema! Puoi approfondire i pro e i contro di entrambe le alternative, ma riassumendo in breve si può dire che il regime forfettario è quello più conveniente per iniziare perché, a fronte di diverse agevolazioni su aliquote e tasse, richiede solo di non accedere alle detrazioni e di non superare una soglia che è sempre in aumento, ora fissata agli 85.000€ di ricavi annui;

3. iscriverti all’INPS o alla cassa previdenziale. Anche i freelance devono pagare i contributi? Ebbene sì e lo fanno in autonomia versando periodicamente una parte dei propri ricavi all’INPS oppure alla cassa previdenziale di competenza, in caso di professioni che ne prevedono una specifica;

4. prendere confidenza con la fatturazione elettronica. Quando la Partita IVA è finalmente attiva, arriverà il momento di fatturare. Per poterlo fare è possibile inserire in autonomia le tue fatture elettroniche sul portale dell’Agenzia delle Entrate. Altri software esterni tornano utili se dovrai gestire importanti numeri di fatture, ma lo potrai valutare con il tempo, per snellire i processi burocratici.

 

Le caratteristiche per trovare lavoro come freelance

 

Se credi che questa sia la strada giusta per te e i tuoi progetti professionali, devi sapere che spesso il percorso è in salita. A differenza dei lavoratori subordinati, essere freelance implica un coinvolgimento totale di te in prima persona, dalla ricerca dei clienti allo svolgimento del lavoro in sé, dalla gestione degli aspetti amministrativi all’attenzione ad un aggiornamento costante.

Non temere: se possiedi una buona dose di intraprendenza, potrebbe essere veramente la strada giusta per te! Ti vogliamo lasciare alcuni suggerimenti per iniziare questo percorso con il piede giusto.

Per prima cosa, organizza bene il tuo tempo. Come appena accennato, il lavoro di freelance non è solamente operativo ma richiede di dedicare una certa porzione di tempo anche ad altri aspetti laterali ma altrettanto necessari (amministrazione, pianificazione, preventivazione, ecc.). Ecco, quindi, che il segreto è proprio quello di non cadere vittima della mole di lavoro e delle incombenze dell’ultimo minuto, cercando quanto più possibile di suddividere in modo realistico il tuo tempo per adempiere a tutte queste funzioni. Un consiglio su tutti: raggruppa le attività per tipologia, in modo da contenere quanto più possibile tutte le mansioni burocratiche e di pianificazione che altrimenti potrebbero essere un freno alle attività più operative.

Il nostro secondo consiglio riguarda, poi, la creazione di un network forte, che faccia da sostegno alla ricerca di lavoro e anche alla gestione dei progetti. Avere conoscenze nel settore, individuare dei professionisti di riferimento e collaboratori fidati sono tutti punti fondamentali per iniziare un’attività solida e poter gestire con serenità anche le richieste più complesse.

Se da una parte il passaparola rimane ad oggi ancora uno dei mezzi più efficaci per raccogliere richieste di lavoro, dall’altra avere una rete di professionisti a te affini e complementari ti permette di poterle gestire con una professionalità avanzata, forte delle tue conoscenze ma soprattutto del supporto di altri professionisti a te collegati.

L’ultimo suggerimento che ci sentiamo di darti riguarda forse il tema più spinoso: la ricerca di clienti. Non è facile creare una base solida che ti dia l’opportunità di sostenere il tuo progetto imprenditoriale e di crescere con il tuo lavoro, ma puoi rendere quest’operazione un po’ più semplice se provi a concentrarti su una nicchia di mercato. Più sei specializzato, più facile sarà intercettare una domanda specifica che attende di trovare una risposta in un professionista appositamente formato.

Hai ben chiara quale dovrebbe essere questa nicchia? Prima di buttarti nella mischia, però, verifica che il tuo pubblico sia effettivamente vantaggioso per il tuo business, che dovrà avere queste quattro caratteristiche:

1. un numero ragionevole di potenziali clienti;

2. una sufficiente capacità di spesa dei potenziali clienti;

3. la corrispondenza con la tua specializzazione professionale, perché dovrai essere un buon intenditore dello specifico ambito della nicchia;

4. un interesse reale per il prodotto o servizio che vuoi vendere.

 

Essere freelance è una vocazione, ma è prima di tutto consapevolezza. Siamo certi di averti dato importanti strumenti utili per capire e realizzare il tuo futuro professionale.

Se stai cercando una nuova opportunità lavorativa, e non sei ancora convinto di diventare freelance, guarda tra gli annunci di lavoro presenti sul nostro sito e scopri se c’è già l’opportunità che fa per te, oppure invia qui il tuo CV per essere sempre aggiornato sulle nuove posizioni aperte.

 

12 Maggio 2023
orario-di-lavoro-giornaliero-e-settimanale-limiti
Orario di lavoro giornaliero e settimanale: quali sono i limiti?

A ogni lavoratore i suoi orari: a tempo pieno, part-time, su turni e chi più ne ha più ne metta. Eppure, le regole che riguardano l’orario di lavoro sono universali: tu sapresti dire quali sono?

Nel nostro lavoro coordiniamo l’inserimento lavorativo di migliaia di persone e sappiamo bene come la questione orario sia tanto importante quanto poco conosciuta in realtà dal lavoratore stesso. Non è certo un dettaglio: quando si tratta del tuo tempo è fondamentale che ci siano regole chiare e concordate riguardo il monte ore che sei tenuto a spendere al lavoro, nell’interesse tuo ma anche del tuo datore.

Regole chiare rendono il rapporto lavorativo sereno, ed è per questo che vogliamo darti tutte le informazioni che ti servono per conoscere i tuoi doveri e diritti in merito al tuo impegno giornaliero e settimanale sul lavoro. Eccoci quindi pronti a passare in rassegna gli aspetti principali che devi considerare.

 

Chi decide e regola l’orario di lavoro?

 

La risposta è semplice, dirai: è il capo che decide! E invece è qui il primo errore da cui devi tenerti ben distante.

Stipulare un contratto di lavoro non è una passeggiata. Prima di sottoportelo per accettazione il tuo superiore si sarà infatti confrontato con l’ufficio del personale o un consulente del lavoro esterno, per decidere quale tipologia contrattuale risponda meglio alle esigenze di assunzione. Se per fare tutto questo serve interpellare dei professionisti specifici, capirai già che esistono leggi ed enti che, caso per caso, indicano i limiti entro cui il datore di lavoro deve concordare, tra le altre cose, anche il tempo che trascorrerai al lavoro.

A definire queste tempistiche è, in primo luogo, il decreto legislativo 66/2003. Introdotto a seguito di direttive comunitarie europee (93/104/CE e 2000/34/CE), prevede la regolamentazione organica del tema, dalla definizione delle diverse tipologie di orario ai campi in cui si rimanda ai contratti collettivi.

Il secondo attore in questo campo, infatti, sono proprio i contratti collettivi di lavoro (CCNL). Li abbiamo incontrati molte volte parlando di regolamentazione delle diverse professioni, e anche in questo caso sono fondamentali per rispondere alla domanda riguardo l’orario di lavoro. Se da una parte la legge indica delle regole comuni, dall’altra gli specifici CCNL indicano termini ed eccezioni da applicare ai singoli casi. Dopotutto, il lavoro in ufficio (e quindi anche i suoi tempi) non è uguale a quello del mondo della ristorazione o dei trasporti, solo per fare degli esempi.

Ecco quindi che, tenute conto le indicazioni generali della legge, sarà poi necessario approfondire le indicazioni del tuo contratto collettivo di riferimento che puoi consultare attraverso l’archivio nazionale del CNEL.

 

Orario di lavoro giornaliero e settimanale: i limiti

 

Fare una trattazione specifica per ogni professione ci sarebbe davvero impossibile, ma iniziamo con il conoscere le regole di base cui tutti i lavori devono attenersi, salvo ulteriori approfondimenti da parte dei contratti collettivi.

Come prima cosa, sapresti dire qual è l’orario normale di lavoro, quello che tutti sono tenuti a rispettare in linea generale? È abbastanza risaputo che giornalmente l’orario di lavoro non dovrebbe superare le 8 ore (che, moltiplicate per i canonici 5 giorni a settimana, risultano essere le 40 ore settimanali previste per legge).

Questo monte ore viene però gestito in alcuni contratti collettivi tenendo conto della durata media delle prestazioni lavorative in un periodo non superiore all’anno, quindi in questi casi le ore settimanali potrebbero eccedere le 40 che abbiamo appena indicato.

Esiste poi una seconda definizione riguardante l’orario di lavoro, ovvero l’orario massimo. Ti sarà infatti capitato di incappare in alcune eccezioni – vedi i famosi “straordinari” – che ti avranno portano a un aumento del monte ore complessivo rispetto alle iniziali 40 settimanali. Ecco che entra in gioco, appunto, un massimale previsto per legge e che non deve superare le 48 ore in un periodo di 7 giorni. Questo significa che, oltre al tuo orario normale massimo di 40 ore settimanali, per legge non ti può essere chiesto di eccedere le 8 ore settimanali extra.

Anche in questo caso ci può essere un po’ di elasticità permessa dal calcolo dell’orario massimo su una media generale di 4 mesi, quindi può capitare in questo lasso di tempo che ci siano settimane in cui il totale di ore lavorate siano superiori alle 48, a patto che poi vengano compensate entro i 4 mesi complessivi. Attenzione però: alcuni contratti collettivi estendono il periodo di media a 6 mesi e, in casi limite, anche ai 12.

 

Le eccezioni dell’orario di lavoro: il lavoro notturno e gli straordinari

 

È vero, oltre alla regola si devono guardare anche le eccezioni! Alcune le abbiamo già citate, ma vediamole nello specifico.

In materia di orario di lavoro, ti sarà senz’altro capitato di sentire parlare di lavoro notturno e di straordinari. Queste due eccezioni sono specificatamente regolamentate per fare in modo che ogni lavoratore sia tutelato.

Ecco quindi che, per quanto riguarda i lavoratori notturni, la regola generale definisce una soglia massima di 8 ore giornaliere su 24 totali. Qui i contratti collettivi possono definire un calcolo medio, come abbiamo già visto, che non è però consentito per alcuni lavori a rischio di tensioni fisiche o mentali.

Ora che conosci la regola, è però importante fare chiarezza su chi sia il lavoratore notturno, a scanso di equivoci. Si può parlare infatti di lavoro notturno quando l’attività viene svolta tra la mezzanotte e le 5 del mattino.

Passiamo ora al secondo caso, quello delle ore straordinarie di lavoro. Come dice il nome stesso, queste sono da calcolare extra l’orario normale di lavoro e devono tenere conto del limite massimo definito per legge.

Sono i contratti collettivi a dover fissare le regole che governano la gestione degli straordinari per le varie professioni, indicando anche le maggiorazioni retributive (che non sono quindi scelte arbitrariamente dal datore di lavoro!) o, in alternativa, il riposo di compensazione. Se il tuo contratto collettivo specifico non dovesse esprimersi in materia, ricorda che il lavoro straordinario è permesso sempre solo se entrambe le parti sono d’accordo e per un massimo di 250 ore totali all’anno.

 

Siamo felici di esserti stati di aiuto. Quello del lavoro è un mondo complesso che ha bisogno di essere capito e approfondito grazie al supporto di professionisti.

Nella nostra attività ci occupiamo di selezionare diverse figure per le nostre aziende clienti, in una grande varietà di settori. Se anche tu stai valutando nuove opportunità lavorative, guarda qui gli annunci già disponibili oppure invia il tuo CV per non perderti le nuove posizioni aperte di tuo interesse.

 

5 Maggio 2023
lavorare-come-centralinista-mansioni-e-competenze
Lavorare come centralinista: mansioni e competenze

Ci sono alcuni lavori che, per la loro diffusione negli ultimi anni, sono sottovalutati e ritenuti non adatti a chi ha ambizione. Ecco una delle prime affermazioni che vogliamo confutare con questo approfondimento dedicato a uno dei lavori più offerti ma meno compresi nel mercato del lavoro.

Nel nostro lavoro abbiamo a che fare ogni mese con professionisti e aziende di tutti i settori, con annunci che riguardano anche la ricerca di centralinisti. Si tratta di un lavoro che richiede di essere conosciuto e approfondito per comprenderne appieno le opportunità, le mansioni e le competenze.

Se stai valutando una proposta di lavoro o stai cercando impiego come centralinista, capiamo insieme come iniziare con il piede giusto!

 

Chi è il centralinista

 

Sempre più spesso, se diciamo “centralinista” pensiamo alle chiamate promozionali che si ricevono ogni giorno oppure a grandi centri di smistamento delle telefonate. Ma il lavoro del centralinista non si risolve solamente in queste due opzioni, esistono infatti diverse altre configurazioni che rientrano sotto questo titolo.

Chi è, quindi, il centralinista? Una figura professionale davvero storica, che risale addirittura agli albori della comunicazione su filo. Negli anni ‘20 erano centinaia le donne nelle centrali telefoniche che si cimentavano in questa professione per direzionare le chiamate in entrata verso l’apparecchio ricevente. Da allora le cose sono profondamente cambiate, la tecnologia ha portato a nuove evoluzioni, ma il ruolo del centralinista è rimasto fondamentale nella gestione delle comunicazioni in entrata.

Oggi questa professione si articola principalmente in due filoni. Li abbiamo voluti riunire qui di seguito, per aiutarti a distinguerli meglio, individuare quello a te più affine o che già ti riguarda.

  • Centralinista d’azienda. Anche detta front-office, questa professione prevede la gestione dei contatti in entrata in imprese, società ed enti pubblici, con lo scopo di direzionare in modo veloce ed efficace le richiese alla persona o all’ufficio competenti. In questo caso il professionista è assunto direttamente in azienda e vi si trova fisicamente per lo svolgimento del lavoro.
  • Centralinista di call center. Si tratta di un professionista assunto da un’impresa di servizi che opera a nome di altre aziende e ne gestisce i contatti in entrata e le principali richieste. A differenza del caso precedente, il centralinista che lavora in call center può operare per diverse aziende e lo fa da una sede esterna.

 

Le mansioni del centralinista

 

Ma cosa deve fare un centralinista? Se pensi che si occupi solamente di dire “pronto” a un telefono, ti sbagli. Una volta alzata la cornetta, il lavoro è solo all’inizio!

Vediamo insieme come si svolge l’attività di un centralinista:

1. arriva una chiamata;

2. il centralinista risponde cordialmente, comprende chi sta chiamando e la sua richiesta;

3. se di sua competenza, offre subito una risposta chiara ed esaustiva, spesso seguendo delle linee guida condivise dall’azienda;

4. se la telefonata lo richiede, individua prontamente l’ufficio o la persona cui reindirizzare la chiamata;

5. in caso di assenza della persona cercata, prende nota della richiesta in modo chiaro ed esaustivo;

6. compila il report delle chiamate in entrata, segnando il modo in cui sono state gestite e i recapiti di chi ha chiamato.

Era questo che ti aspettavi dal lavoro di un centralinista? Chiaramente questa è una timeline generica e ci possono essere altre varianti a completamento, in base al tipo di attività dell’azienda in cui è inserito o dell’attività che ha appaltato il servizio.

Accanto alla gestione efficace delle chiamate in entrata, possiamo trovare anche altre mansioni che caratterizzano questa professione. Ad esempio, occupandosi in prima persona del primo contatto con l’impresa, il centralinista si occupa anche dell’aggiornamento della rubrica condivisa e assiste in alcune mansioni amministrative, snellendo i processi interni. Inoltre, ha il compito di monitorare le domande frequenti e di organizzare il centralino elettronico in modo da fornire subito le risposte più comuni e diminuire quindi i tempi di gestione delle chiamate in entrata.

 

Le skill più richieste per essere centralinista

 

Quello del centralinista è un lavoro che può sembrare semplice dall’esterno, ma che presenta alcune complessità che ora hai certamente più chiare. Proprio per questo motivo, al momento di candidarti per un lavoro come centralinista, dovresti tenere presenti alcune competenze fondamentali per dimostrare di essere il candidato perfetto.

Ecco per te un aiuto davvero pratico: una lista delle quattro competenze più richieste per un lavoro come centralinista. Se ti riconosci, non dubitare e inseriscile subito nel tuo Curriculum Vitae!

1. Predisposizione per i rapporti sociali. Certo, tra te e l’interlocutore c’è un telefono e molta distanza, ma è fondamentale che tu sia in grado di eliminare ogni barriera e dimostrare empatia verso l’altro. Possedere questa caratteristica è fondamentale per un centralinista, resa ancora più difficile proprio dal fatto di non poter vedere fisicamente l’interlocutore e capirne in modo più immediato le intenzioni e le reazioni.

2. Problem solving. Se ci pensi, ogni chiamata è un potenziale problema da risolvere! Se ti distingui per avere una spiccata predisposizione a trovare soluzioni e a gestirne la risoluzione, questo è senz’altro un punto a tuo favore che non puoi non giocarti.

3. Conoscenza di lingue straniere. Non solo nelle aziende, ma soprattutto nei call center, essere in grado di parlare altre lingue e gestire chiamate dall’estero è una caratteristica differenziante e che ti dà accesso prioritario alla professione. Un centralinista con queste competenze permette al datore di lavoro di ottimizzare il centralino e, quindi, di ridurne i costi.

4. Doti organizzative. Il centralinista è il primo punto di contatto e le informazioni che arrivano sono davvero moltissime! Per questo motivo, il centralinista deve essere in grado di organizzare bene il proprio lavoro, per rendere efficace il suo operato e per facilitare anche quello degli altri. Se ti riconosci in questo, non dimenticare di metterlo bene in evidenza nella tua candidatura.

Sei alla ricerca di nuove opportunità professionali? Ogni giorno selezioniamo diverse figure per le nostre aziende clienti e abbiamo spesso posizioni aperte anche per centralinisti. Guarda subito tra le offerte di lavoro presenti se c’è quella che stai cercando, oppure invia qui il tuo CV per essere sempre aggiornato sulle nuove opportunità.

 

28 Aprile 2023
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