
Che tu sia agli inizi della tua carriera professionale o che tu abbia già più esperienza, è fondamentale capire cos’è il Trattamento di Fine Rapporto.
Sappiamo bene quanto sia difficile fare chiarezza su certi aspetti dei contratti lavorativi: nella nostra attività ce ne occupiamo ogni giorno, aiutando molti lavoratori come te a leggere e capire le condizioni del proprio contratto.
Ecco perché oggi vogliamo aiutarti a capire cos’è il TFR, quando lo puoi richiedere e come si calcola.
Come avrai già capito, TFR è un acronimo, ma esistono molti nomi con i quali viene chiamato questo importo riconosciuto al lavoratore: liquidazione, buonuscita o (per esteso) Trattamento di Fine Rapporto.
Per entrare nel cuore del discorso, il TFR è un riconoscimento economico riservato solo ai lavoratori dipendenti al termine del rapporto lavorativo, in qualsiasi modo si concluda. Che sia in caso di licenziamento, che sia tu a dare le dimissioni oppure che tu raggiunga la pensione, il TFR è garantito al lavoratore subordinato.
Puoi ritenerlo, in sostanza, un compenso posticipato della tua prestazione lavorativa, che viene calcolato con il passare degli anni.
È l’azienda a versarlo per te, ed esistono due modi per maturarlo nel tempo. Al momento della firma del contratto, infatti, il datore di lavoro ti chiede qual è la modalità che preferisci per la conservazione del TFR. La risposta devi darla entro 6 mesi dalla data del contratto e potrai scegliere tra:
A marzo 2015 è stata introdotta una terza alternativa. Consisteva nella possibilità di ricevere la propria quota di TFR direttamente in busta paga ogni mese, ma è stata revocata a giugno 2018.
Ora conosci come si costituisce il tuo TFR, ma a chi spetta e quando puoi richiederlo?
Come dicevamo, il Trattamento di Fine Rapporto è riservato solo ai lavoratori dipendenti.
Ovviamente il TFR non spetta in tutti i casi, devi aver maturato almeno 6 mesi di lavoro prima di richiedere la liquidazione. Dopo questo periodo puoi fare richiesta scritta compilando il modulo Qu.I.R. Un’unica condizione: non devi aver vincolato il valore del tuo TFR a garanzia di uno o più prestiti.
Esiste però un caso in cui puoi richiedere di avere subito una parte della somma maturata. L’anticipazione del TFR, infatti, è prevista per legge in casi particolari, disciplinati dall’articolo 2120 del Codice Civile:
Eccoci arrivati al punto: come dovresti calcolare il tuo TFR? Non è semplice fare il conteggio, ma cerchiamo di chiarire insieme i vari passaggi.
In generale, il Trattamento di Fine Rapporto è calcolato sulla base della retribuzione lorda annua. Questo totale deve essere diviso per il coefficiente fisso di 13,5. Questa somma deve poi essere rivalutata in base a un tasso fisso dell’1,5% e del 75% sull’aumento dell’ISTAT dell’anno precedente.
Per farla più semplice, puoi rispolverare un po’ di matematica e utilizzare questa formula:
[(Retribuzione lorda annua: 13,5) x 2.25%] [1,5% + 0,75% (1% x 75%)]
Grazie a questo calcolo saprai a quanto ammonta la tua rivalutazione annua, che dovrai sommare alla quota annua di TFR e a quella degli anni precedenti.
Attenzione però: l’ammontare di questi calcoli non viene percepito totalmente, esistono infatti delle tassazioni da applicare in fase di liquidazione. Si parla di tassazione separata, quindi da versare al termine del rapporto lavorativo.
Devi inoltre ricordare che, se hai firmato il contratto di lavoro prima del 2000, il TFR maturato fino a dicembre di quell’anno sarà interamente tassato dal datore di lavoro, mentre dal 2001 in poi la tassazione sarà applicata dallo Stato per il calcolo dell’imposta.
Il TFR è una certezza di cui tutti i lavoratori dipendenti devono essere consapevoli. Può essere un grande aiuto al termine di una carriera, al momento della fine di un rapporto lavorativo e anche in situazioni cruciali in cui questo contributo fa la differenza.
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