
Nell’ambito delle strategie finanziarie legate all’istruzione universitaria, il riscatto della laurea rappresenta una concreta opzione, soprattutto se desideri raggiungere la pensione in tempi più brevi o a condizioni migliori.
L’altro lato della medaglia ti pone però di fronte a un dubbio, considerando che il riscatto di laurea ha un costo non indifferente. La domanda quindi è: conviene e, se sì, in quali casi?
Il riscatto della laurea è un istituto che valorizza gli anni di studi universitari ai fini pensionistici. Rivolto a chi ha ottenuto titoli come lauree triennali, specialistiche o dottorati, permette di convertire il periodo di studio in anni contributivi per il calcolo della pensione.
È richiedibile personalmente e può anticipare o incrementare il valore pensionistico. Si possono riscattare periodi interi o parzialii, di corsi di laurea italiani o esteri, purché questi ultimi siano riconosciuti dall’università italiana. Non sono invece riscattabili gli anni fuori corso.
Possono riscattare la propria laurea anche gli inoccupati che, al momento della domanda, non hanno alcuna forma di previdenza e che non lavorano in Italia o all’estero.
Perché prendere in considerazione il riscatto della laurea?
Il riscatto della laurea si declina in due varianti: il tradizionale e l’agevolato, ciascuno con caratteristiche e benefici distinti.
Il riscatto di laurea ordinario, noto anche come metodo tradizionale, è rivolto ai lavoratori che abbiano già un contributo accantonato nella gestione dove vogliono esercitare il riscatto. Il calcolo varia secondo l’epoca di laurea: chi si è laureato prima del 31/12/1995 segue il metodo della riserva matematica; chi si è laureato dopo il 1/1/1996 calcola il costo come prodotto tra l’ultima RAL (retribuzione annua lorda) e l’aliquota di contribuzione (es. RAL 30.000 x 0,33 = 9.900 euro).
Il riscatto di laurea agevolato, invece, si rivolge a dipendenti pubblici e privati, autonomi e liberi professionisti di qualsiasi età. Caratterizzato da costi contenuti, offre un’alternativa vantaggiosa che impone un pagamento uguale per tutti i lavoratori, pari a 5.264,49 euro per ciascun anno di laurea, basato sull’imponibile minimo annuo di artigiani e commercianti (15.953 euro nel 2021) moltiplicato per l’aliquota di contribuzione (es. 15.953 x 0,33 = 5.264,49 euro). È possibile richiedere il riscatto agevolato anche per contributi ante 1996, optando per il calcolo interamente contributivo della pensione. Nota che, sebbene più economico, il riscatto agevolato comporta contributi inferiori per il futuro.
Secondo la normativa attuale, si può accedere alla pensione in uno di questi 3 casi:
Nei primi due casi il riscatto della laurea non conviene perché, raggiunta l’età pensionabile, probabilmente hai anche raggiunto i 20 anni di contributi. Il riscatto di laurea risulta quindi potenzialmente conveniente solo nel terzo caso.
C’è da dire che riscattare 5 anni di laurea non ti permette di anticipare la pensione di 5 anni, ma ti permette di ottenere 5 anni di contributi in più. E l’ammontare dei contributi dipende dal tipo di riscatto scelto, ovvero da quanto sei disposto a pagare per ogni singolo anno.
Riassumendo, il riscatto di laurea può essere una scelta vantaggiosa nei seguenti scenari:
Se, al termine dei tuoi calcoli, hai constatato che il riscatto della laurea ti conviene, puoi presentare la domanda esclusivamente per via telematica.
A tua disposizione ci sono il sito ufficiale dell’inps (www.inps.it), i patronati e i contact center, contattabili anche telefonicamente.
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