
Anche la vita in azienda, i suoi cambiamenti, il ricircolo di collaboratori e le strategie legate alle risorse umane si possono governare. E come? Parlare di piano di carriera ti aiuterà a capirlo meglio.
Nel nostro lavoro ci occupiamo ogni giorno di relazioni con le aziende e con i lavoratori, e sappiamo bene quali sono le esigenze di entrambe le parti. Quello che è fondamentale ricordare è che non c’è impresa senza le persone, e questo deve essere ripetuto come un mantra anche all’interno delle mura aziendali.
Che tu sia un imprenditore alla ricerca di soluzioni o un professionista che si è imbattuto in questo enigmatico termine, vogliamo aiutarti a capire meglio cos’è un piano di carriera, quali vantaggi può portare e soprattutto come si attua in modo efficace.
Business plan, strategie di crescita delle vendite e chi più ne ha più ne metta. Non si smette mai di parlare di pianificazioni, ma a volte ci si dimentica un punto fondamentale: il personale. Prendersene cura è essenziale per ogni business, grande o piccolo che sia, e in questo gravoso compito esiste uno strumento capace di mettere ordine e individuare iniziative efficaci per trarne il maggior vantaggio possibile, per entrambi.
Il piano di carriera – detto anche percorso di carriera o career pathing – è una strategia che permette di definire tabelle di marcia professionali per i collaboratori e che viaggia sullo stesso binario dello sviluppo del business aziendale. Parola d’ordine, quindi, fare carriera, progredire nel tempo e far sì che questo avvenga in accordo con i progetti di crescita aziendali.
Se vogliamo dirla in altri termini, si tratta di una vera e propria mappatura dello sviluppo professionale all’interno dell’azienda, che prende in considerazione sia il breve periodo che anche prospettive a lungo termine.
Siamo sinceri: non sono ancora molte le imprese che adottano questo strumento strategico interno e quelle che lo hanno fatto in Italia sono per lo più multinazionali o grandi business. Già questa però potrebbe essere una motivazione più che valida per cogliere l’occasione e renderlo un vantaggio competitivo, non credi?
In realtà esistono moltissime altre ragioni per cui un piano di carriera dovrebbe essere attuato, a tutti i livelli e settori. Prima tra tutte il fatto che senza un motore ben rodato e funzionante nessuna macchina può vincere una corsa, nemmeno se è una Ferrari! E il motore di un’azienda, lo sappiamo bene, sono le persone che la compongono. Ecco perché non esiste crescita senza una forza lavoro coesa e motivata, che ha bisogno di essere sostenuta per portare sempre maggiori risultati.
Questa appena citata è sicuramente la motivazione principale che porta a sviluppare un piano di carriera interno a un’azienda, ma attorno ad essa gravitano tantissimi altri motivi che vogliamo evidenziare insieme:
– ridurre il turn-over del personale. Quante aziende soffrono di un continuo ricambio di collaboratori, che sembra non finire mai? Purtroppo sono davvero molte, con conseguenti disagi e costi aggiuntivi, che non fanno che frenare la crescita. La condivisione e l’attuazione di un piano di carriera permette di mettere la parola fine a questo fenomeno, perché fornisce le motivazioni necessarie ai dipendenti per rimanere in azienda, creare un proprio futuro al suo interno e, in sostanza, alimentare una fidelizzazione che è fondamentale per non tornare periodicamente al punto di partenza;
– tagliare i costi di selezione. Lo abbiamo detto: il turn-over crea spese impreviste e una mole di lavoro interno che inizia con la ricerca del personale e continua poi con la sua formazione e l’inserimento in azienda. È inutile nasconderlo: sostituire un collaboratore richiede sforzi e risorse importanti, che possono essere evitati grazie a un buon piano di carriera condiviso con i dipendenti. Minori costi, più tempo e più forze per investire nella crescita, anche del personale stesso;
– aumentare la produttività. Un buon piano di carriera permette ai collaboratori anche di avere la certezza di un reale interesse dell’azienda nei loro confronti, perché pronta a investire sulla loro crescita e su un futuro insieme. Questo impegno da parte del datore di lavoro si riflette anche sul lavoratore: chi riceve credito lo restituisce con gli interessi, incentivato da obiettivi che non sono più solo aziendali ma che diventano soprattutto personali;
– trattenere skill e conoscenze. Il patrimonio più importante per un professionista e per l’azienda in cui lavora è la sua esperienza, costruita con il tempo, con le continue sfide sul posto di lavoro e con il prezioso confronto con i colleghi. Far scappare questo vero e proprio tesoro all’esterno, peggio ancora con la possibilità che finisca nelle mani della concorrenza, è un rischio che nessuna azienda dovrebbe correre! Con un piano di carriera è più facile convincere le persone a restare, a investire continuamente in un progetto comune che li vede davvero protagonisti e non semplici comparse;
– attirare nuovi talenti. Questa è l’altra faccia della medaglia: un’azienda in cui si lavora bene e in cui i collaboratori vogliono restare è una realtà appetibile per nuovi professionisti, soprattutto se a completare l’offerta c’è una promessa di crescita che – come abbiamo già detto – non è per niente scontata. Ecco come, con un solo strumento, è possibile incentivare e migliorare anche l’employer branding.
Arriviamo in zona calda con questa questione. Ad essere sinceri, una risposta univoca non c’è, non esiste infatti un modello da seguire che permetta di avere prontamente la soluzione tra le mani. Ed è giusto che sia così: un efficace piano di carriera deve tenere conto della realtà aziendale specifica, delle sue esigenze e degli obiettivi futuri, del suo organigramma e, soprattutto, delle caratteristiche della forza lavoro.
Niente panico! Ci sono delle buone pratiche che possiamo condividere per dare vita a un progetto efficace di career pathing.
1. Innanzitutto è fondamentale pensare al piano di carriera come a uno strumento sempre in divenire, di pari passo con le evoluzioni di business e del personale. Deve essere infatti una proiezione fedele della realtà aziendale, e per questo motivo deve essere periodicamente rivisto. Partendo da questo presupposto, la strada è tutta in discesa!
2. Il piano di carriera va pensato e strutturato in base alla storia dell’azienda, alle competenze interne che può vantare, alla tipologia di professionisti che la compongono. Una mappatura delle caratteristiche aziendali è il secondo punto su cui è necessario lavorare.
3. Quali sono gli obiettivi aziendali nel lungo periodo? Dare risposta a questo quesito è necessario per capire anche come l’evoluzione del personale potrà e dovrà accompagnare la crescita di business.
4. Non dimentichiamo mai la centralità delle persone, quindi accanto agli obiettivi commerciali e aziendali chiariamo anche quali sono gli obiettivi collettivi e singoli del personale, oltre a quelli dei nuovi collaboratori che si aggiungono all’organico. Per farlo, le interviste sono uno strumento molto valido, che aiuta a far emergere punti davvero interessanti presso i propri collaboratori.
5. Più spazio viene dato all’individualità, più il piano di carriera potrà essere davvero efficace. Ecco perché suggeriamo di fare un approfondimento dedicato per ciascun collaboratore: scoprirne la visione futura, le esigenze pratiche (anche legate alla sua sfera privata), le ambizioni, i desideri e le passioni è fondamentale per capire davvero come poter dare loro modo di esprimersi totalmente e portare ancora più valore in azienda.
6. Per dare pieno senso al piano di carriera, è fondamentale prestare attenzione anche alla mappatura delle competenze. Esistono software dedicati per il suo sviluppo, vista la complessità di mappare tutte le skill interne e individuare le lacune che è necessario colmare per avanzare verso la crescita desiderata. Il fine ultimo deve essere quello di far incontrare le necessità aziendali e le aspirazioni dei collaboratori, trovando già nel personale la risposta ad un’esigenza di crescita.
7. Infine, è bene ricordare di prendere in considerazione anche soluzioni alternative ai comuni percorsi di carriera. Se si pensa a un avanzamento, lo si concepisce comunemente come un aumento di livello e quindi in senso verticale. Per alcune persone questa potrebbe essere la risposta corretta, ma va ricordato di tenere sempre a mente gli obiettivi personali e valutare quindi anche le crescite orizzontali all’interno dell’azienda, ad esempio con spostamenti di reparto a parità di ruolo e responsabilità. Questo permette di sfruttare appieno le risorse interne senza cercare sempre all’esterno una ricchezza che c’è già.
Ora che hai più chiaro cosa sia il piano di carriera, ti piacerebbe lavorare in un contesto orientato alla sua applicazione?
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