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Mobility Manager: quando serve il responsabile della mobilità aziendale

pubblicato il 2 Luglio 2021

Il mondo del lavoro è pieno di nuove professioni, ma quella di cui parliamo oggi è una figura tra le più importanti in aziende che richiedono lo spostamento di molte persone per lo svolgimento delle proprie attività.

Il Mobility Manager – come da definizione internazionale – è oggi un’opportunità per molti professionisti, anche quelli più giovani che si affacciano per la prima volta sul panorama lavorativo.

Tra normative, titoli e competenze, ti aiutiamo a capire meglio chi è il responsabile della mobilità, di cosa si occupa e perché è così importante per imprese ed enti pubblici.

Chi è il Mobility Manager

Il termine inglese può dirti poco, ma non stiamo parlando dell’ultima moda d’oltreoceano. La figura del Mobility Manager è stata introdotta diversi anni fa, nel 1998, dalla legge Ronchi (Decreto interministeriale per la Mobilità sostenibile nelle aree urbane). Una presa di posizione da parte del Governo che ha fatto nascere, di conseguenza, la necessità di un nuovo profilo professionale che si occupi della mobilità inerente a un’attività.

Il Decreto richiede che le aziende con più di 800 dipendenti e gli enti pubblici che superano i 300 dipendenti individuino una persona responsabile della mobilità, sia per il tragitto da e verso casa del personale, sia per gli spostamenti durante l’orario di lavoro. Queste misure sono state in seguito inasprite ulteriormente e oggi tutte le realtà con più di 100 dipendenti con sede in zone densamente popolate – capoluoghi, città metropolitane, comuni con una popolazione maggiore di 50.000 abitanti – devono dotarsi di un responsabile della mobilità.

Ecco quindi come è nata questa figura. Anche se parliamo al singolare, però, esistono diverse tipologie di Mobility Manager interconnesse tra loro:

  • Mobility Manager aziendale. Si occupa di gestire e ottimizzare gli spostamenti dei dipendenti, incentivando pratiche sostenibili e collaborative come il car sharing e bike sharing, il trasporto pubblico, l’utilizzo della bicicletta o l’organizzazione di navette aziendali.
  • Mobility Manager di area. È quella figura che funge da ponte tra le istituzioni, le aziende e i fornitori dei servizi di trasporto locale, con lo scopo di creare una rete di supporto a tutte le iniziative di gestione consapevole degli spostamenti.

Che si parli di un Mobility Manager aziendale o di un responsabile di area, il loro obiettivo è uno solo: definire e rendere possibile il piano spostamenti casa-lavoro (anche definito PSCL).

Perché il responsabile della mobilità è strategico in azienda

Nata dal volere delle istituzioni, questa figura professionale si rivela in realtà un grande vantaggio per le aziende. L’attenzione all’ambiente, alla sostenibilità, alla riduzione dell’inquinamento sono temi che riguardano tutti e che riscuotono sempre più interesse. Ma oltre a questi grandi vantaggi portati dall’azione di un buon Mobility Manager ci sono anche altri punti a favore dell’inserimento di questa figura nell’organico.

In primo luogo, il responsabile della mobilità può migliorare l’accessibilità in azienda. Non una cosa da poco se pensi a grandi imprese con centinaia di dipendenti. Una buona gestione degli arrivi, delle partenze e del trasporto permette a tutti i lavoratori di arrivare in serenità sul luogo di lavoro, trovare facilmente il proprio posto ed entrare in azienda in modo fluido, senza code, attese o fastidiosi ritardi.

L’ottimizzazione degli spostamenti, inoltre, può portare un beneficio economico nelle tasche dei dipendenti. E si sa: se il lavoratore è contento, è l’azienda a trarne il maggior vantaggio.
Con iniziative di trasporto collettivo, infatti, i costi per raggiungere il posto di lavoro possono quasi azzerarsi, permettendo anche a chi vive più lontano di ridurre l’impatto del tragitto quotidiano.

Tornando all’ambiente aziendale, c’è un altro aspetto che regala un vantaggio considerevole. Prova a pensare a quanto sarebbe snervante arrivare al lavoro e non trovare un posto dove parcheggiare. E pensa, d’altra parte, all’investimento che deve fare l’azienda per dare posteggio a tutte le auto private dei suoi dipendenti. Il lavoro del Mobility Manager impatta anche su questi aspetti, riducendo la domanda di sosta e quindi rendendo più agevole l’arrivo in azienda per tutti, oltre a ridurre i costi che altrimenti dovrebbe sostenere l’azienda.

Funzioni e competenze di un buon Mobility Manager

Il lavoro del responsabile della mobilità è molto vario, perché tocca diversi ambiti all’interno di una realtà produttiva. Il suo scopo principale, come abbiamo già detto, riguarda la definizione del piano spostamenti casa-lavoro e la sua applicazione, ma per arrivare a questa ci sono alcuni specifici passaggi da seguire:

  1. analisi del contesto interno. Come prima cosa, il Mobility Manager deve studiare accuratamente le condizioni ed esigenze del proprio pubblico. Ogni azienda è composta da moltissime persone, ognuna con proprie richieste: fare una pianificazione arbitraria senza conoscere le reali necessità vorrebbe dire partire in retromarcia;
  2. analisi del contesto esterno. Per strutturare un PSCL efficace è necessario anche conoscere molto bene i servizi offerti sul territorio. Chiedere ai dipendenti di lasciare la macchina nel garage di casa quando non esiste altro mezzo per raggiungere il posto di lavoro sarebbe impensabile, ecco perché come prima cosa il Mobility Manager si deve informare sulle infrastrutture presenti e l’offerta messa a disposizione dei cittadini;
  3. definizione di obiettivi e iniziative. Forte di una conoscenza più completa, il responsabile di mobilità può formulare gli obiettivi da raggiungere e azioni concrete per farlo nella propria realtà aziendale di riferimento. Come proporre la mobilità sostenibile ai dipendenti? Quali iniziative mettere in moto per offrire un supporto concreto ai lavoratori? Trovare risposte efficaci a queste domande è il primo passo verso l’ottimizzazione della mobilità aziendale;
  4. elaborare il PSCL. Il piano spostamenti casa-lavoro non è un progetto astratto ma un vero e proprio documento ufficiale che va redatto secondo modalità precise, indicando anche le metriche necessarie per valutarne gli esiti nel tempo.

Per gestire tutte queste fasi, e ottenere i risultati desiderati, il Mobility Manager basa la propria attività professionale su 3 competenze principali:

  • competenze relazionali. Un bagaglio di esperienze sociali e intelligenza emotiva: questi sono i segreti per una gestione efficace della relazione con tutti gli stakeholder coinvolti;
  • competenze di analisi e progettazione. La capacità di studiare a fondo un contesto e di sapergli applicare un piano d’azione efficace, sulla base di un risultato desiderato, è fondamentale nell’attività di un Mobility Manager;
  • competenze di intermediazione. Intervenire su aspetti solitamente gestiti in autonomia dalle persone, come il trasporto, e mettersi a disposizione per il dialogo con le istituzioni richiede doti spiccate di mediazione, indispensabili per la buona riuscita di progetti di mobilità.

Questo articolo ti avrà sicuramente dato un’infarinatura sulla figura del Mobility Manager, non sempre conosciuta da tutti, ma molto importante e strategica.

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