
Il contratto a tempo indeterminato è una garanzia, ma a volte le vicissitudini aziendali possono portare alcune sorprese poco gradite. Non lasciarti prendere dal panico, esistono delle misure previste dalla legge che regolano proprio questi casi di emergenza e la ricollocazione sul mercato del lavoro.
Nella nostra esperienza, sempre a contatto con centinaia di lavoratori, abbiamo avuto occasione di approfondire anche il tema della mobilità lavorativa. In momenti così delicati nella vita professionale di una persona è essenziale trovare risposte facili e veloci alle preoccupazioni legate alla perdita (seppur temporanea) della propria occupazione.
Eccoci, quindi, qui per fare chiarezza: abbiamo riunito in questo articolo tutte le informazioni principali sulla mobilità lavorativa, dandone innanzitutto una definizione esatta e passando poi in rassegna i requisiti e la procedura per la sua attivazione.
La mobilità lavorativa è una misura di tutela del lavoratore all’interno dell’ambito dei licenziamenti collettivi. Nel caso in cui un’azienda debba procedere a importanti riduzioni del personale, esistono delle regole previste per legge che supportano il temporaneo disimpiego dei lavoratori a tempo indeterminato e il loro reinserimento professionale.
Come prima cosa è importante che tu sappia che la mobilità viene attivata successivamente alla richiesta di Cassa integrazione da parte dell’azienda. Se ti trovi in questa situazione, quindi, il tuo stipendio sarà prima garantito attraverso un periodo di Cassa integrazione, al termine del quale potrai essere richiamato a svolgere la tua mansione, oppure – se il datore di lavoro non ha la possibilità di reinserire tutti i dipendenti – inserito in un percorso di mobilità lavorativa.
La mobilità lavorativa, oltre ad essere regolata per legge, deve essere gestita in accordo con le rappresentanze sindacali: un’ulteriore garanzia perché i tuoi interessi vengano tutelati. Questo dialogo tra imprenditori e sindacati ha lo scopo di garantire quanto più possibile una continuità ai lavoratori, valutando tutte le soluzioni possibili affinché tu possa rimanere in azienda, magari con l’assegnazione di nuove mansioni o, in extremis, la dislocazione presso aziende partner.
In ogni caso, qualsiasi variazione di tipo occupazionale deve essere concordata con i sindacati e accettata dai lavoratori, quindi nulla che tu non possa preventivamente valutare.
Ma come sceglie l’azienda chi far entrare in mobilità? La prima risposta è che non è il datore di lavoro direttamente a scegliere, o meglio lo deve fare sempre in dialogo con le rappresentanze sindacali. Se non ci sono accordi particolari con i sindacati, comunque, la selezione deve avvenire sulla base di parametri ben definiti e mai arbitrari: famigliari a carico, anzianità e, infine, esigenze aziendali.
Se è vero che il datore di lavoro deve seguire un certo iter per poter accedere alla soluzione della mobilità lavorativa, è vero anche che esistono dei requisiti anche per il lavoratore.
Accedere alla mobilità significa percepire un’indennità, e per averne diritto devi avere un’anzianità minima di 12 mesi. Di questi, è necessario dimostrare che hai prestato servizio per l’azienda per almeno 6 mesi, incluse ferie, festività, malattia, infortunio ed eventuale maternità.
Insomma, se sei un neoassunto potresti dover fare qualche conteggio per capire se rientri nei parametri per ricevere l’indennità prevista per la mobilità lavorativa.
Per completezza, dobbiamo evidenziare anche che l’indennità di cui parliamo viene corrisposta al lavoratore con l’unico limite della pensione: se nel periodo in cui godi di questo aiuto economico diventi idoneo alla pensione, il periodo di mobilità arriva al termine.
Come viene attivata la mobilità lavorativa? E soprattutto come e quando termina?
I lavoratori che non possono essere riassegnati in azienda e che vengono selezionati per la mobilità vengono iscritti alle liste di mobilità, ovvero un elenco tenuto dalla Direzione provinciale del lavoro che ha lo scopo di agevolare la reintroduzione dei lavoratori “licenziati” secondo queste particolari modalità nel mondo del lavoro, anche attraverso operazioni di crescita quali la partecipazione a corsi formativi o di aggiornamento. In queste liste di mobilità vengono indicate per ciascun lavoratore la professione, le eventuali preferenze per mansioni alternative a quella svolta in precedenza e la disponibilità al trasferimento.
Nel periodo in cui dovessi rimanere senza un’occupazione, ti viene riconosciuta un’indennità di cui abbiamo già parlato. Vediamo alcune specifiche importanti, che ti saranno utili per usufruirne:
Questa procedura ha lo scopo di garantire un futuro per i lavoratori che vengono estromessi dall’attività professionale a seguito di impossibilità aziendali. Proprio per questo, se da una parte si tratta di uno strumento di tutela per il lavoratore, dall’altra è anche un vantaggio per le imprese, per incentivare l’occupazione di questa speciale categoria di lavoratori. Le aziende che assumono personale iscritto alle liste di mobilità usufruiscono di una riduzione sul versamento dei contributi.
Siamo contenti di esserti stati di aiuto per approfondire il tema della mobilità lavorativa e, se ti trovi in questa situazione, ti auguriamo di trovare al più presto una nuova opportunità lavorativa, come la desideri.
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