
Molte volte abbiamo avuto a che fare con termini strani, difficili da capire – e non solo perché contengono espressioni in inglese! Di fronte alla parola “mentoring aziendale” non è difficile capire perché anche tu ti sia trovato spaesato: di cosa si tratta esattamente?
Di mentoring aziendale si parla ormai da diverso tempo, ma probabilmente non l’avevi mai sentito in questi termini. Se all’inizio di un nuovo impiego ti affiancassero un “tutor”, però, tutto ti sarebbe molto più chiaro. Anche noi, nella nostra attività, utilizziamo il mentoring aziendale come metodo per un efficace inserimento di nuove figure nel nostro team e lo consigliamo spesso anche alle nostre aziende clienti.
Perché un’impresa dovrebbe investire nel mentoring aziendale e un dipendente dovrebbe essere felice di prenderne parte? Se vuoi coglierne ogni vantaggio, seguici in questo approfondimento!
Per raccontarti di questa pratica in azienda partiamo dall’alba dei tempi. No, non stiamo esagerando, perché questa storia ha un inizio davvero mitologico. La parola “mentore” deriva infatti dall’omonimo personaggio dell’Odissea che, incaricato da Ulisse di affiancare il figlio in sua assenza, gli insegnò come diventare un bravo regnante.
Già i greci, quindi, conoscevano il valore dell’insegnamento uno-a-uno. Questo fruttuoso metodo viene perpetrato fino ai giorni nostri e, applicato alle moderne realtà produttive, prende la forma di mentoring aziendale.
Questa pratica è un vero e proprio metodo di formazione che non arriva dall’esterno, ma direttamente dall’interno. A essere impegnati in questa attività, infatti, sono il neoassunto (anche detto mentee) e una figura senior (propriamente detto mentor) che si mette a disposizione per accompagnare il nuovo arrivato nella fase iniziale di integrazione e crescita all’interno dell’azienda.
Una guida, quindi, che ha il compito di condividere le sue conoscenze, competenze ed esperienze allo scopo di massimizzare l’apporto del nuovo assunto in un contesto per lui inedito. Questo binomio, infatti, non riguarda un tempo limitato, al contrario è pensato per essere un rapporto di medio-lungo termine, quindi in grado di creare un legame profondo tra la figura di guida e il profilo junior.
Gli incontri tra le parti possono essere gestiti secondo diverse modalità. Vediamole insieme:
Per trarre i maggiori benefici dal mentoring aziendale, la prima regola è mettersi all’ascolto e aprirsi agli stimoli che arrivano dall’esterno.
Con questo assetto, ogni messaggio, ogni conoscenza trasmessa permetterà al nuovo arrivato di inserirsi completamente nell’ambiente produttivo e nelle dinamiche aziendali.
Tra i numerosi vantaggi che questo metodo fornisce, abbiamo voluto concentrare in un elenco quelli più significativi, sia per i profili junior che per i loro mentor:
Che tu sia una nuova figura in azienda, oppure un senior, il mentoring può essere un’opportunità senza eguali.
Ogni giorno ci occupiamo di selezionare diversi profili per le nostre aziende clienti, e il mentoring è una delle pratiche formative che mettiamo in pratica per aiutare l’integrazione dei nuovi arrivati all’interno del contesto aziendale.
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