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Lavoro dipendente e partita Iva: quando è possibile?

pubblicato il 11 Giugno 2021

È possibile avere un lavoro dipendente e una partita Iva contemporaneamente?

Molte volte le possibilità contrattuali sono percepite dai lavoratori a compartimenti stagni: o sei un dipendente oppure hai partita Iva. Non è, però, esattamente così. Ci sono casi in cui avere un contratto di lavoro e anche un’attività propria è fattibile.

Vediamo di approfondire meglio, in questo articolo.

 

Dipendente privato e partita Iva

 

Passiamo subito al sodo: se hai un contratto dipendente in attivo presso un’azienda privata puoi aprire anche partita Iva? La risposta è sì, ma con alcune dovute precisazioni.

Che tu voglia aggiungere all’attività dipendente una da libero professionista, o aprire una ditta individuale o persino una società, l’ago della bilancia si fonda su due concetti: concorrenza e fedeltà.

Come prima cosa, l’attività che vuoi svolgere con la tua partita Iva non deve essere concorrenziale rispetto al tuo attuale datore di lavoro. Significa che non puoi fornire gli stessi servizi che presti in azienda anche ad altre imprese, utilizzando le stesse competenze che – oltretutto – puoi aver sviluppato grazie alla tua attività principale di dipendente.

Le attività di libero professionista e di lavoratore dipendente, invece, possono coesistere ad esempio nel caso in cui tu renda remunerativo un tuo hobby o una tua personale passione. Separando gli interessi della tua attività da quelli dell’azienda per cui lavori, non crei concorrenza e puoi stare tranquillo!

Il secondo aspetto che ti vincola dall’aprire partita Iva se sei un dipendente privato è il patto di fedeltà. Alcuni contratti di lavoro dipendente prevedono una clausola di fedeltà all’azienda e, in questi casi, sei tenuto a lavorare solamente per il tuo datore di lavoro, senza possibilità di aprire partita Iva.
Inoltre, presta attenzione anche all’obbligo di riservatezza delle informazioni! Anche questa clausola è espressa nel contratto di lavoro e prevede che il dipendente non possa utilizzare per un’altra attività informazioni recepite durante lo svolgimento del lavoro dipendente. In sostanza, il bagaglio di conoscenze che sviluppi sul lavoro non puoi sfruttarlo all’esterno, tantomeno per una tua attività personale.

Se il tuo lavoro da dipendente non ti limita con patti di fedeltà e obblighi di riservatezza, il gioco è fatto! Puoi aprire partita Iva quando vuoi, senza l’obbligo di doverlo comunicare al tuo datore di lavoro. Chiaramente, se vuoi essere tranquillo ed evitare spiacevoli sorprese, è consigliabile comunque informare il principale della tua volontà di dedicarti a un’attività personale. Meglio conoscere prima eventuali intoppi che dover correre poi ai ripari, non credi?

 

Dipendente pubblico e partita Iva

 

La storia è un po’ diversa se sei un dipendente pubblico. Devi sapere che i lavoratori della Pubblica Amministrazione hanno l’obbligo di esclusività, cioè devono riservare la propria professionalità all’Istituto per cui lavorano.

Alla domanda “posso aprire partita Iva se sono dipendente pubblico?” dobbiamo rispondere, quindi, no.

Eppure ci sono alcune (piccole) eccezioni. Questo minuscolo spiraglio riguarda due categorie: gli insegnanti e i lavoratori part-time.

Se sei insegnante presso una scuola pubblica puoi praticare la professione, a patto che sia coerente con la tua attività educativa. Ad esempio, se sei insegnante di lingue, potrai esercitare come interprete; se insegni economia puoi svolgere attività di commercialista; se sei professore di matematica, però, non hai la possibilità di praticare come Ingegnere (anche se effettivamente potresti farlo).

Se sei impiegato presso la Pubblica Amministrazione con contratto part-time – cioè con al massimo 18 ore lavorative alla settimana, il 50% delle ore stabilite per legge – anche in questo caso ti è concesso di avere un’attività parallela. Proprio perché sei legato all’azienda pubblica solo per una parte della tua giornata, hai la possibilità di svolgere poi altre attività, anche aprendo partita Iva.

Rimane un’ultima cosa da chiarire: non tutti i dipendenti pubblici devono sottostare a queste regole. Se hai un contratto presso un’azienda a partecipazione pubblica, non rientri per legge nella categoria dei dipendenti pubblici e non sei quindi soggetto a queste limitazioni che abbiamo indicato.

 

E se la partita Iva non servisse?

 

Abbiamo visto finora chi può e non può aprire partita Iva. Ma sei proprio sicuro che sia necessario averla nel tuo caso?

In molti non lo sanno, ma esiste una casistica per cui non è richiesto avere partita Iva e puoi esercitare la tua attività liberamente, fornendo il tuo codice fiscale. Stiamo parlando delle cosiddette prestazioni professionali non abituali.

Facciamo un esempio. Può capitare di fornire consulenza a un amico o un conoscente, che fanno riferimento a te in quanto specialista di settore. Magari alcune volte lo fai per fare un favore, ma altre volte chiedi che ti venga corrisposto un compenso. Non c’è nulla di male, queste attività sono regolamentate, ma non sempre è necessario aprire partita Iva.

Nello specifico, sono due le condizioni per cui non ti serve avere partita Iva:

  1. Se l’attività è di tipo intellettuale. Il tuo contributo deve essere solo di tipo consulenziale, non puoi vendere prodotti o mettere a disposizione la tua manodopera. Puoi, ad esempio, indicare le attività di manutenzione richieste per una casa, ma non potrai attuarle senza comparire come azienda o dipendente.
  2. Se la prestazione è occasionale. Questa attività parallela al lavoro dipendente senza partita Iva è consentita solo se ha un impatto ridotto sia sul reddito, sia sul tempo dedicato. Devi poter provare, quindi, che su un anno di lavoro questa attività ha inciso relativamente e che si è trattato di sporadiche occasioni non cadenzate.

Queste sono le due condizioni per poter parlare di lavoro autonomo occasionale, in tutti gli altri casi la partita Iva è obbligatoria.

 

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