
Ti hanno mai detto che il modo migliore per affrontare un problema è guardare alla sua soluzione? Oggi c’è un metodo che ti permette di farlo anche a livello aziendale, in modo veloce e facendo affidamento su una delle più grandi risorse nascoste in ognuno di noi: la creatività.
Il design thinking è un metodo che ti sarà molto utile, sia che tu stia cercando un nuovo impiego, sia che tu voglia dare una svolta alla tua attività.
Vuoi saperne di più? Eccoci pronti a svelarti definizioni, prospettive e motivazioni del design thinking per la crescita professionale tua e della tua azienda.
Non è semplice dare una definizione univoca e chiara a questo fenomeno, visto il suo intrinseco adattamento a ogni necessità di individuare una soluzione innovativa.
Prendiamo spunto, però, da chi ha coniato il termine e studiato questo metodo, definendo il design thinking un percorso iterativo in grado di far emergere nuove visioni e potenzialità, grazie alla continua messa in discussione di tutti gli elementi solitamente dati per assodati e (troppo spesso) scontati.
Chi si approccia a questo iter lo fa non solo per portare una ventata d’aria fresca alla propria offerta, ma soprattutto per individuare in breve tempo una nuova e sicura strada da intraprendere all’insegna del cambiamento.
Ciò che più caratterizza il design thinking come processo è la sua democraticità. C’è infatti democrazia nell’inclusione di tutti gli attori che contribuiscono alla determinazione del risultato, in modo da riunire più punti di vista possibili. Ma c’è democrazia anche nel tentativo di concentrare l’attenzione sulla persona destinataria del progetto, le sue necessità e le risposte che cerca nella soluzione a cui si lavora.
Per coordinare questo processo dai confini così sottili, e garantirne il risultato, possiamo individuare 5 fasi fondamentali:
FASE 1: Empatia. L’identificazione del problema e dell’obiettivo da raggiungere, cercando una connessione con le esigenze del destinatario.
FASE 2: Definizione. L’individuazione del contesto, sia in termini numerici oggettivi, sia in termini soggettivi legati agli attori che lo popolano.
FASE 3: Ideazione. La ricerca di nuove opportunità, terreni non ancora sondati per dare significati inediti all’analisi del contesto.
FASE 4: Prototipo. La verifica delle ipotesi formulate, partendo dalla prototipazione della soluzione, fino alla sua prova e infine la sua validazione.
FASE 5: Test. La prova sul campo, l’effettiva controprova che l’idea creativa risponda correttamente alle richieste formulate inizialmente.
Ognuna di queste fasi porta alla nascita di numerosissime idee, condivise durante sessioni di brain storming che coinvolgono non solo progettisti e figure decisionali, ma anche collaboratori, clienti e ogni tipo di stakeholder. Unico obiettivo: dare una risposta a effettive esigenze umane.
La sua aria rivoluzionaria non deve trarti in inganno. Il concetto di design thinking è in circolazione da più di 20 anni, codificato intorno al 2000 alla Stanford University in California.
Se all’inizio (e fino a pochi anni fa) era un modus operandi tipico di agenzie e studi di design, oggi questo metodo permea i più diversi ambiti, dalla creazione di startup alla definizione di nuovi processi aziendali, allo sviluppo di veri e propri prodotti o servizi. D’altronde, mettere a frutto le sue potenzialità solamente nel campo del design sarebbe stato un vero peccato: “design thinking” mette l’accento proprio sull’approccio alla soluzione, senza differenza di settore o contesto.
A ogni sfida, quindi, corrisponde una diversa formulazione del design thinking, una modalità per mettere la creatività al servizio di soluzioni realmente efficaci. In base alle imprese coinvolte, alle difficoltà del caso e agli obiettivi definiti, sono stati definiti 4 diversi paradigmi del design thinking:
Che il design thinking abbia delle grandissime potenzialità lo avrai capito da te. Ma quali sono i vantaggi di applicare questo metodo in azienda e nella tua quotidianità professionale? Ne abbiamo individuati 4, vediamoli subito.
Al primo posto troviamo l’aumento della capacità di prendere decisioni efficaci e redditizie. L’apertura del bacino di utenza per raccogliere opinioni e nuove idee rafforza la possibilità di sondare nuovi terreni e visioni del tutto particolari, a vantaggio di un’innovazione mirata.
In secondo luogo, ma non certo per importanza, c’è la diminuzione dei tempi e dei rischi legati a decisioni cruciali e strategiche. Come dicevamo, più alternative e punti di vista si prendono in considerazione, minori saranno i rischi di incontrare nuovi ostacoli una volta fatto il grande passo.
Un altro importante vantaggio portato dal design thinking è la promozione di un atteggiamento di ascolto, apertura e collaborazione, in grado di incentivare il lavoro in team. Lo sviluppo di queste dinamiche all’interno dell’azienda è energia pura per la crescita, in tutti i settori.
Infine, non si può non citare il radicale abbattimento dei rischi grazie all’adozione di soluzioni che creano valore non solo per gli interessi economici, ma soprattutto per il cliente e l’intero mercato. Attivando questo circolo benefico si crea un moto capace di influenzare l’attività per diverso tempo, dando vita a un vantaggio ancora più ampio.
Con il design thinking ti basta cambiare visione per rivoluzionare il modo di fare impresa. Che tu sia un imprenditore o un lavoratore dipendente, siamo sicuri che questo approfondimento ti aiuterà a crescere e a creare nuove interessanti opportunità per te e la tua azienda.
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