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Decision making: prendere la scelta giusta per le strategie aziendali

pubblicato il 28 Agosto 2020

In molti sognano un giorno di avere un lavoro importante, di essere ai vertici di un’azienda e poter prendere decisioni in autonomia. Eppure, non è tutto oro quel che luccica: a ogni alta posizione corrispondono grandi sforzi ed enormi responsabilità.

Lo sanno bene i dirigenti aziendali e i responsabili delle strategie di business. Nel nostro lavoro ci interfacciamo spesso con queste figure e le selezioniamo per nostri clienti. La caratteristica che accomuna tutti quanti? Un’ottima predisposizione per il decision making.

Quella di prendere decisioni è una capacità che si impara e si affina passo dopo passo. Ma andiamo più a fondo sulla questione, capiamo cos’è il decision making e perché è importante per le aziende.

 

Decision making: di cosa parliamo?

 

La “presa di decisione” (per usare il termine italiano) è l’atto finale della ricerca di una soluzione, che passa prima per il problem solving e arriva infine all’azione, cioè all’applicazione vera e propria.

Ma qual è la sostanziale differenza tra decision making e problem solving? Quando devi risolvere un problema, per prima cosa definisci l’obiettivo che vuoi raggiungere, solo in un secondo momento valuti tutte le possibilità disponibili e quindi prendi una decisone. In sostanza si tratta di due momenti distinti e sequenziali, entrambi fondamentali per determinare una soluzione efficace.

Per mettere in atto un processo decisionale, però, non è sufficiente valutare le migliori opportunità, ma bisogna cominciare da un’attenta analisi ed elaborazione delle informazioni a disposizione, fino ad arrivare alla valutazione di tutte le alternative a disposizione. Per fare tutto ciò entrano in campo fattori cognitivi ma anche fattori emozionali. Le decisioni, infatti, non sono solo il frutto della ragione, ma il giusto equilibrio tra ciò che il ragionamento ti invita a fare e quello che ritieni sia invece più giusto.

Come in molti casi, quindi, non c’è un modo univoco di affrontare il problema, ma sei tu a dover sviluppare un metodo efficace di strategia decisionale, il tuo sistema personale per agevolare questo difficile processo.

Decision making e scelte aziendali

 

Onnipresente nei volumi di economia, questo termine si lega fortemente alla vita aziendale. Ogni giorno l’attività nelle imprese si popola di scelte, momenti complessi che vanno affrontati tenendo conto della natura della decisione da prendere.

Forse non ci hai mai fatto particolarmente caso, ma esistono almeno 3 diverse tipologie di scelte:

  • Scelte strategiche.
    La tipologia che richiede più tempo e che è quindi meno ricorrente. Prendono in considerazione moltissimi fattori, ma al loro grande impatto sull’azienda corrisponde una scarsa reversibilità, quindi devi fare particolare attenzione quando ti accingi a prendere una decisione strategica.
  • Scelte tattiche.
    Un livello appena sotto della variante strategica, si caratterizzano per avere un impatto di medio periodo sulla realtà interessata. Sono le decisioni che solitamente prendono i responsabili e che indicano una linea generale da seguire.
  • Scelte operative.
    Senz’altro la tipologia più comune, quella che tutti i lavoratori mettono in atto ogni giorno nella loro operatività. Più l’azienda è organizzata nei suoi processi, meno queste scelte diventano necessarie e d’impatto.

Che si tratti di scelte strategiche, tattiche o operative, il decision making è il processo che sta alla base di ognuna di esse. L’alto dirigente, il responsabile di reparto, l’impiegato d’ufficio sono tutti interessati a conoscere e mettere in atto metodi efficaci per arrivare a decisioni ottimali.

 

Come prendere decisioni aziendali efficaci

 

È giunto il momento di passare alla pratica. Il decision making è un processo che ti interessa da vicino, e puoi prendere spunto da alcune tecniche per essere sicuro di non cadere in facili errori.

Il suggerimento più comune è senz’altro quello di seguire una check-list, un metodo facile e sicuro che ti aiuti anche nei processi più difficili e si adatti a tutte le occasioni. Abbiamo riassunto per te i 5 passaggi per un buon decision making:

  1. Definisci il problema, la sfida o l’opportunità.
    Non c’è niente di meglio di partire con le idee chiare, quindi capisci bene qual è il soggetto della tua decisone e chiariscine le caratteristiche.
  2. Crea un ventaglio di possibili risposte.
    Mai fermarsi alla prima idea, questa è la regola! Per prime arrivano infatti alla mente le soluzioni già messe in atto, quelle con cui hai più familiarità. Ma tu abbi pazienza, spremi le meningi e apri la mente: ti stupirai di quante altre alternative troverai. ­­
  3. Valuta i costi e i benefici, i pro e i contro per ogni opzione.
    Le migliori decisioni derivano sempre da un’attenta analisi, perciò metti nero su bianco i vantaggi e gli svantaggi delle soluzioni che hai trovato, per avere una visione più chiara e oggettiva delle opportunità.
  4. Ipotizza l’impatto della decisione e apporta le modifiche opportune.
    Ogni grande impresa richiede un periodo di collaudo, ma in assenza di tempo e di un tester valido puoi utilizzare il tuo ragionamento per capire quali potrebbero essere le possibili conseguenze della tua decisione, in quali modi potrebbe creare danni più che benefici. Una volta appurati i rischi, perfeziona la tua opzione.
  5. Seleziona definitivamente la tua scelta.
    Finalmente sei arrivato all’ultimo passaggio, quello che definisce una volta per tutte il percorso da seguire. Ma attenzione: questo è solo l’inizio! Ricorda sempre di monitorare l’applicazione della tua decisione e i risultati che ha generato.

 

Come essere il miglior decision maker? Ecco le skill più importanti

 

Prendere decisioni complesse non è cosa da tutti. Come hai visto, entrano in campo moltissimi fattori, il più delle volte legati a spiccate capacità personali.

Se anche a te piacerebbe diventare un buon decision maker ma non pensi di esserne del tutto capace, inizia approfondendo le soft skill che più caratterizzano questa figura.

La prima competenza che devi avere è senz’altro la leadership, ovvero la capacità di essere un punto di riferimento per colleghi e collaboratori. Investire nel rapporto con gli altri e nella tua abilità a motivarli nel raggiungere un obiettivo è fondamentale per rendere forti anche le tue decisioni.

Passiamo poi a un’altra soft skill fondamentale, anche se spesso data per scontata. Si tratta del ragionamento, l’elemento essenziale per raccogliere informazioni e trarne utili indicazioni. Allenare la tua mente a sfruttare tutti i possibili appigli che ti vengono offerti dal ragionamento ti aiuterà a rafforzare anche la tua capacità di trovare soluzioni alle questioni più complesse.

La terza capacità che è richiesta a ogni decision maker è l’intelligenza emotiva. Nulla di scontato, anzi, una delle soft skill più complesse da gestire e migliorare. Essere consapevole delle tue emozioni e usarle per avvicinarti agli altri abbattendo ogni resistenza, però, ti aiuterà ad aprirti a nuove possibilità e a rendere più popolari le tue decisioni.

Infine, parliamo di intuizioni. L’istinto è il risultato delle tue esperienze ma anche ciò che ti guida nella vita di tutti i giorni. Affidarti all’intuito, quindi, può avere un grande potenziale, ma ricorda di affinare questa capacità. In questo modo non sarà una facile via di uscita, ma uno strumento davvero strategico per valutare l’efficacia delle alternative che hai di fronte a te.

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