
In molti sognano un giorno di avere un lavoro importante, di essere ai vertici di un’azienda e poter prendere decisioni in autonomia. Eppure, non è tutto oro quel che luccica: a ogni alta posizione corrispondono grandi sforzi ed enormi responsabilità.
Lo sanno bene i dirigenti aziendali e i responsabili delle strategie di business. Nel nostro lavoro ci interfacciamo spesso con queste figure e le selezioniamo per nostri clienti. La caratteristica che accomuna tutti quanti? Un’ottima predisposizione per il decision making.
Quella di prendere decisioni è una capacità che si impara e si affina passo dopo passo. Ma andiamo più a fondo sulla questione, capiamo cos’è il decision making e perché è importante per le aziende.
La “presa di decisione” (per usare il termine italiano) è l’atto finale della ricerca di una soluzione, che passa prima per il problem solving e arriva infine all’azione, cioè all’applicazione vera e propria.
Ma qual è la sostanziale differenza tra decision making e problem solving? Quando devi risolvere un problema, per prima cosa definisci l’obiettivo che vuoi raggiungere, solo in un secondo momento valuti tutte le possibilità disponibili e quindi prendi una decisone. In sostanza si tratta di due momenti distinti e sequenziali, entrambi fondamentali per determinare una soluzione efficace.
Per mettere in atto un processo decisionale, però, non è sufficiente valutare le migliori opportunità, ma bisogna cominciare da un’attenta analisi ed elaborazione delle informazioni a disposizione, fino ad arrivare alla valutazione di tutte le alternative a disposizione. Per fare tutto ciò entrano in campo fattori cognitivi ma anche fattori emozionali. Le decisioni, infatti, non sono solo il frutto della ragione, ma il giusto equilibrio tra ciò che il ragionamento ti invita a fare e quello che ritieni sia invece più giusto.
Come in molti casi, quindi, non c’è un modo univoco di affrontare il problema, ma sei tu a dover sviluppare un metodo efficace di strategia decisionale, il tuo sistema personale per agevolare questo difficile processo.
Onnipresente nei volumi di economia, questo termine si lega fortemente alla vita aziendale. Ogni giorno l’attività nelle imprese si popola di scelte, momenti complessi che vanno affrontati tenendo conto della natura della decisione da prendere.
Forse non ci hai mai fatto particolarmente caso, ma esistono almeno 3 diverse tipologie di scelte:
Che si tratti di scelte strategiche, tattiche o operative, il decision making è il processo che sta alla base di ognuna di esse. L’alto dirigente, il responsabile di reparto, l’impiegato d’ufficio sono tutti interessati a conoscere e mettere in atto metodi efficaci per arrivare a decisioni ottimali.
È giunto il momento di passare alla pratica. Il decision making è un processo che ti interessa da vicino, e puoi prendere spunto da alcune tecniche per essere sicuro di non cadere in facili errori.
Il suggerimento più comune è senz’altro quello di seguire una check-list, un metodo facile e sicuro che ti aiuti anche nei processi più difficili e si adatti a tutte le occasioni. Abbiamo riassunto per te i 5 passaggi per un buon decision making:
Prendere decisioni complesse non è cosa da tutti. Come hai visto, entrano in campo moltissimi fattori, il più delle volte legati a spiccate capacità personali.
Se anche a te piacerebbe diventare un buon decision maker ma non pensi di esserne del tutto capace, inizia approfondendo le soft skill che più caratterizzano questa figura.
La prima competenza che devi avere è senz’altro la leadership, ovvero la capacità di essere un punto di riferimento per colleghi e collaboratori. Investire nel rapporto con gli altri e nella tua abilità a motivarli nel raggiungere un obiettivo è fondamentale per rendere forti anche le tue decisioni.
Passiamo poi a un’altra soft skill fondamentale, anche se spesso data per scontata. Si tratta del ragionamento, l’elemento essenziale per raccogliere informazioni e trarne utili indicazioni. Allenare la tua mente a sfruttare tutti i possibili appigli che ti vengono offerti dal ragionamento ti aiuterà a rafforzare anche la tua capacità di trovare soluzioni alle questioni più complesse.
La terza capacità che è richiesta a ogni decision maker è l’intelligenza emotiva. Nulla di scontato, anzi, una delle soft skill più complesse da gestire e migliorare. Essere consapevole delle tue emozioni e usarle per avvicinarti agli altri abbattendo ogni resistenza, però, ti aiuterà ad aprirti a nuove possibilità e a rendere più popolari le tue decisioni.
Infine, parliamo di intuizioni. L’istinto è il risultato delle tue esperienze ma anche ciò che ti guida nella vita di tutti i giorni. Affidarti all’intuito, quindi, può avere un grande potenziale, ma ricorda di affinare questa capacità. In questo modo non sarà una facile via di uscita, ma uno strumento davvero strategico per valutare l’efficacia delle alternative che hai di fronte a te.
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