
Nel lavoro, la fine di un rapporto è importante almeno quanto l’inizio, lo sapevi? Devi giocare bene le tue carte, fino all’ultimo.
Molte persone, tuttavia, non sempre sanno come comportarsi in questo momento delicato e rischiano spesso di fare dei grandi scivoloni.
Dare le dimissioni sul lavoro è una questione seria e per questo motivo abbiamo pensato di riassumere in 4 punti gli errori che assolutamente non devi fare.
Se ne hai parlato con qualcuno avrai già sentito la parola “dimissioni volontarie”. Ma sei certo di far parte di questa categoria? Si parla propriamente di “dimissioni volontarie” quando, con un contratto valido ancora in mano, decidi di tua spontanea volontà di presentare una lettera di dimissioni al datore di lavoro e procedere quindi verso il licenziamento. Molto diverso è invece il caso in cui sia la tua azienda a richiedere l’annullamento del tuo contratto. Un particolare che fa davvero la differenza.
Attenzione al carattere volontario di questa modalità. Per definizione le “dimissioni volontarie” sono la libera scelta di un lavoratore di terminare un rapporto di lavoro. Questo può avvenire se hai firmato un contratto e solo per via telematica, attraverso l’applicazione Dimissioni Online del Ministero del Lavoro.
Hai dovuto firmare un documento di dimissioni anticipate senza la specifica della data? Sappi che non è legale perché sarai solo tu a decidere se e in quale momento separarti dall’incarico che è stato regolamentato attraverso un contratto di lavoro.
Ecco perché conoscere bene come dare le dimissioni è fondamentale.
“Tutti sono utili, nessuno è indispensabile”. Anche se sono in molti ad adottare questo mantra, di fatto un’azienda ha bisogno di sapere con un buon anticipo se un suo dipendente ha intenzione di dimettersi. L’allontanamento di un collaboratore comporta non solo la necessità di riorganizzarsi internamente, ma anche di formare un’altra persona e consentire il corretto passaggio di consegne tra i due professionisti. Poco o tanto che tu sia stato in un’azienda, il tuo contributo conta.
Quanto tempo prima devi avvisare delle tue dimissioni, quindi? Le tempistiche esatte sono definite dal Contratto Collettivo Nazionale (CCNL) per ogni professione ed è di solito equiparato al preavviso che un’impresa dovrebbe dare a te lavoratore in caso di licenziamento. In generale, comunque, ci sono due elementi che determinano il periodo di preavviso:
Dare il preavviso di dimissioni non è una scelta, ma un dovere. In caso contrario, il datore di lavoro ha diritto a farsi risarcire dal lavoratore che non è stato trasparente nei suoi confronti. A chi non rispetta queste regole – escluse le donne in gravidanza e le lavoratrici entro i 3 anni del figlio – può essere richiesto di rendere all’azienda l’importo corrispondente alle giornate di preavviso.
Il tuo licenziamento non è un segreto, ma nemmeno una notizia da sbandierare ai quattro venti. Questa tua decisione riguarda i colleghi quanto il dirigente aziendale, ma è buona cosa avvisare prima il datore di lavoro e poi renderlo noto ad altre persone.
Non ti sarà difficile capire il perché: notizie come queste ci mettono poco a diffondersi e non è certo il caso che arrivi alle orecchie del capo, magari in una versione non del tutto veritiera, non pensi?
Il consiglio vale soprattutto se hai in ballo un’offerta di lavoro ma non sei ancora certo dell’esito, cioè se non hai in mano un contratto scritto. Divulgare troppo presto la tua uscita di scena a colleghi e collaboratori, infatti, potrebbe far accelerare il processo di distacco e farti perdere il lavoro troppo in fretta. E se rimani poi totalmente a bocca asciutta sarà un bel problema risollevarti.
Si sa, non tutti gli addii sono il frutto di un’offerta più allettante. Se anche tu hai deciso di dare le dimissioni perché non ti trovi bene nel tuo attuale posto di lavoro, ricorda sempre che come sei entrato in azienda devi uscire: mettendo in mostra la tua professionalità.
Questo è il punto più spinoso. Tanto si fa per ottenere un lavoro quanto poco ci si impegna poi, anche quando si decide di licenziarsi. Il tuo interesse è quello di essere (ed essere ricordato) come un buon collaboratore, capace e qualificato, ma anche rispettoso e corretto nei confronti delle proprie mansioni e dell’azienda.
Ciò che semini lo raccoglierai anche in altri contesti lavorativi. Pensi sia impossibile che un potenziale nuovo datore di lavoro contatti il tuo dirigente attuale per avere delle referenze sul tuo conto? Giocarti tutto perché il tuo responsabile ti è ostile non è una buona motivazione per far sfumare importanti opportunità.
Il nostro consiglio è di rimanere corretto e fedele alla tua professionalità sempre, in ogni circostanza. Soprattutto se vuoi dare le dimissioni, ricorda che è in momenti delicati come questi che un responsabile del personale si rende conto della serietà di un professionista.
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