
Se ti sei già messo alla ricerca di un lavoro non a tempo pieno ti sarai accorto che, inaspettatamente, ci sono davvero tantissime varianti nei contratti part-time! Orizzontali, verticali, misti… ma cosa significa?
Nel nostro lavoro abbiamo quotidianamente a che fare anche con i contratti e conosciamo bene anche queste tipologie e le loro differenze. Siamo sinceri: non è proprio immediato capire cosa le distingue. Perciò abbiamo deciso di dedicare un articolo proprio per aiutare i lavoratori come te a fare maggiore chiarezza e destreggiarsi tra le diverse proposte contrattuali.
Passeremo in rassegna ciascuno dei tre tipi di contratto part-time, per capirne caratteristiche e vantaggi.
Se oggi parliamo di contratti part-time orizzontali, verticali e misti è grazie al decreto legislativo 81/2015, comunemente più conosciuto come Jobs Act.
La prima tipologia di contratto, quella orizzontale, di sicuro l’avrai già sentita nominare. Si tratta della più diffusa tra i rapporti a tempo ridotto ed è quella solitamente richiesta da chi, per esigenze familiari, deve assentarsi dal lavoro prima dello scadere delle 8 ore giornaliere canoniche.
In sostanza, chi ha questo contratto lavora tutti i giorni della settimana, ma deve rispettare un orario ridotto rispetto ai colleghi del tempo pieno, solitamente di 4 o 5 ore al giorno in base a quanto concordato con il datore di lavoro e secondo il CCNL di riferimento.
Questa riduzione di impegno temporale sul lavoro si ripercuote in modo proporzionale sullo stipendio: la busta paga di un contratto part-time di tipo orizzontale è sempre calcolata in base alle ore di lavoro svolte, partendo dalla stessa retribuzione oraria di un contratto a tempo pieno.
La retribuzione oraria non è però l’unico aspetto a mantenersi uguale rispetto al full-time: anche i giorni di ferie sono riconosciuti in ugual modo rispetto a un contratto a tempo pieno, per una media di 2,166 giorni al mese. Questo perché, nonostante il monte ore sia diverso, chi ha un contratto part-time orizzontale è comunque impegnato sul lavoro tutti i giorni feriali, al pari di ogni altro collega.
Eccoci arrivati all’altra faccia della medaglia. Se il contratto part-time orizzontale assegna il carico orario settimanale in ugual misura a tutti i giorni della settimana, il corrispettivo verticale lo distribuisce solamente in alcuni specifici giorni concordati con il datore di lavoro. Quindi, invece di avere delle ore libere rispetto all’orario pieno, chi ha questo tipo di contratto avrà delle giornate a tempo full-time e altre totalmente libere.
Come già detto, questa non è la modalità più diffusa tra i contratti part-time, ma risulta molto interessante dal punto di vista retribuivo e, soprattutto, pensionistico.
Particolarmente adatto se hai la necessità di avere delle giornate complete a disposizione durante la settimana, questo accordo contrattuale ti garantisce la stessa base retributiva di chi opera in full-time, ovviamente proporzionata alle ore lavorate. Anche per quanto riguarda le vacanze, il calcolo delle ferie maturate avviene in misura proporzionata alle ore lavorate, purché si rispetti il minimo richiesto di 15 giorni di servizio al mese.
Ora però arriva la vera novità di questo contratto, che lo pone sullo stesso piano – finalmente – del part-time orizzontale per quanto riguarda la pensione. Se fino al 2020 per il calcolo venivano considerate solamente le giornate di lavoro effettivo, dal 2021 in seguito alla Legge di Bilancio il conteggio viene equiparato, quindi calcolato sulle 52 settimane annuali ai fini previdenziali. Un cambiamento sostanziale che riguarda tutti i contratti in corso e i trattamenti pensionistici a partire dal 1° gennaio 2021.
Infine, arriviamo al contratto di natura mista, che già dal suo nome lascia trasparire le sue principali caratteristiche. A metà tra un part-time orizzontale e verticale, il contratto misto è l’accordo lavorativo continuativo più flessibile presente sul mercato del lavoro.
In cosa consiste, nella sostanza? L’orario di lavoro può essere concordato in modo flessibile dal lavoratore e dall’azienda, in base a necessità produttive specifiche e alle richieste del professionista. Potrebbe succedere, ad esempio, che ti venga richiesto di coprire alcune giornate a tempo pieno e altre con orario ridotto, sulla base del monte ore totale concordato.
Chiaramente, non stiamo parlando di flessibilità totale: l’orario deve essere definito e accordato tra le parti, in modo da stabilire chiaramente il tempo dedicato all’azienda e quello riservato invece alla sfera privata. In questo modo sei completamente tutelato, guadagnando al tempo stesso una libertà non concessa agli altri contratti.
In questo caso – come anche per il contratto verticale – la tua busta paga sarà proporzionata alle ore svolte al lavoro e le ferie saranno calcolate a partire da un minimo di 15 giorni di lavoro.
Quello che rende questo contratto particolarmente vantaggioso, però, è il trattamento riferito agli assegni familiari: se lavori per più di 24 ore alla settimana, hai il diritto allo stesso contributo di un lavoratore full-time, mentre se il monte ore è inferiore il calcolo viene proporzionato. Insomma, una buona opportunità per sfruttare la libertà di un orario molto flessibile e ricevere un sostegno al pari di un lavoratore a tempo pieno.
Abbiamo visto assieme tutte e tre le tipologie di contratto part-time ed è giunto il momento di trarre delle conclusioni. Le informazioni che abbiamo riportato sono esaustive del panorama contrattuale e delle caratteristiche che contraddistinguono ciascuna, ma è importante capire quale di queste soluzioni si adatta di più alle tue esigenze.
Per semplificare questo arduo compito abbiamo pensato di associare a ciascuna tipologia contrattuale i suoi interlocutori medi. In quale ti identifichi di più?
Il contratto part-time orizzontale:
Il contratto part-time verticale:
Il contratto part-time misto:
E tu, ti riconosci in qualcuna di queste categorie? Se pensi che il lavoro part-time sia quello che fa al caso tuo, inizia subito a cercare la tua prossima opportunità!
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