
Lo stage è per molti la prima occasione per mettere piede nel mondo del lavoro. Grazie a questa formula puoi infatti trovare facilmente un posto di lavoro in cui cominciare a fare esperienza e arricchire il tuo bagaglio di tutto ciò che solo la vita lavorativa può dare.
Perché sia veramente la tua buona occasione, però, devi iniziare conoscendo bene le norme che regolano questa particolare forma di contratto. Siamo qua per aiutarti, perché sappiamo bene come queste prime esperienze possano essere poco chiare, per modalità e doveri da entrambe le parti.
Se sei alla ricerca di uno stage curricolare o extracurricolare, eccoci pronti a svelarti tutte le regole del contratto di stage, per iniziare subito con il piede giusto.
Come spesso accade, anche per il contratto di stage esiste un altro termine molto utilizzato nel settore. Quando senti parlare di contratto di tirocinio, infatti, si fa riferimento a un rapporto para-lavorativo che lega un giovane lavoratore e un’azienda attraverso lo stage. Da qui anche il termine che già conosci “contratto di stage”.
Ciò che caratterizza questa particolare forma lavorativa è il suo obiettivo formativo. Se nel caso di un dipendente il rapporto con il datore di lavoro riguarda l’offrire un servizio professionale, nel caso di uno stagista è l’azienda ad offrire un servizio, ovvero un’occasione di crescita. Un contratto di stage si stipula infatti tra uno studente o un neo-laureato/diplomato e un’impresa appartenente al settore di studio, con lo scopo di introdurre il giovane nel mondo del lavoro.
Per raggiungere questo obiettivo importante, azienda e tirocinante devono seguire un patto formativo, che impegna il datore di lavoro ad offrire reali occasioni di crescita lavorativa e lo stagista a mettersi a disposizione per apprendere e sfruttare ogni possibilità gli venga offerta.
Nonostante non sia previsto da nessun regolamento, infatti, lo stage è per molti la prima vera opportunità di ottenere un impiego.
Se credi che lo stage sia proprio quello che fa per te, devi anche sapere che esistono delle condizioni per poterlo attivare.
Come prima cosa, deve esserci un ente promotore. Questo può essere un istituto o università nel caso tu sia uno studente, oppure un Centro per l’Impiego o il programma Garanzia Giovani se sei un giovane che ha concluso un percorso di studi ma è ancora inoccupato.
Il primo caso che abbiamo citato, quello che riguarda uno studente, si chiama nello specifico tirocinio curricolare, perché rientra all’interno di un progetto formativo già in corso. Sono diversi, infatti, gli istituti e i corsi universitari che integrano il proprio programma con iniziative di questo tipo. Le aziende ospitanti si rendono dunque disponibili a conciliare le esigenze di studio dei tirocinanti con le proprie attività, proponendo un progetto di crescita integrato.
La seconda tipologia di tirocinio coinvolge non più uno studente ma un giovane che non ha ancora trovato impiego. In questo caso si parla di tirocinio extracurricolare, in cui lo stage ha lo specifico obiettivo di formare la persona per introdurla nell’ambiente lavorativo. Diversamente da quanto detto prima, qui non c’è un patto formativo, ma un accordo tra le parti a mettersi a disposizione per aumentare le conoscenze e competenze professionali del neo-lavoratore.
Un tirocinio extracurricolare si può attivare fino a 12 mesi dopo la fine del proprio percorso di studi, sia superiore sia universitario. Dopo questo periodo è possibile attivare un’altra modalità di stage, chiamata tirocinio extracurricolare di inserimento, che è aperta a tutte le persone inoccupate, anche se hanno conseguito un titolo formativo diverso tempo prima. In questo caso, come dice il titolo stesso del tirocinio, l’obiettivo diventa l’inserimento all’interno della realtà aziendale.
Ormai ti sarà chiaro: parlare genericamente di stage non è possibile. Per quanto riguarda la durata del contratto, però, si possono riscontrare delle regole abbastanza precise.
Se sei uno studente che vuole attivare un tirocinio formativo durante il suo percorso di studi, la durata dello stage potrà avere durata massima di 6 mesi.
Nel caso tu rientra nel gruppo dei già laureati o diplomati e voglia attivare un tirocinio extracurricolare, potrai farlo per un massimo di 12 mesi totali presso la stessa azienda. Ci sono però delle eccezioni che riguardano persone svantaggiate e affette da disabilità. In questi casi lo stage può essere prorogato fino a 24 mesi.
Questi sono i tempi previsti dalle diverse tipologie di stage, ma la fruizione di questi mesi può non essere continuativa. Sia chiaro, questa non è la regola, però in caso di necessità il tirocinio può essere interrotto e poi ripreso, senza alcuna giustificazione formale da parte dello stagista, anche se è richiesta comunque una motivazione.
Tra le casistiche di sospensione del tirocinio rientrano la malattia, l’infortunio e la maternità. Una volta concluso il periodo previsto, il tirocinante potrà rientrare in azienda e terminare il suo percorso di stage.
Nonostante queste giuste libertà – perché, ricordiamolo, in nessuno dei casi stiamo parlando ancora di un vero e proprio rapporto lavorativo – anche l’azienda può interrompere il tirocinio. Si tratta di casi limite in cui il tirocinante non ha adempiuto ai suoi doveri formativi o non ha rispettato regole fondamentali dell’ambiente di lavoro.
Eccoci arrivati al punto che di solito interessa di più ai potenziali tirocinanti. Lo stage è retribuito? La risposta è no, ma per alcuni casi è prevista un’indennità.
Nel caso del tirocinio curricolare, in cui è l’azienda ad offrire un servizio “educativo” allo studente, non viene corrisposta alcuna forma di ricompensa. Il datore di lavoro mette a disposizione il bene più prezioso che ha, la conoscenza del settore e l’esperienza dei suoi collaboratori, e questa è la moneta che spetta a chi compie un tirocinio all’interno del proprio percorso formativo.
Diverso è il discorso invece per il tirocinio extracurricolare. Siamo a metà tra l’esperienza formativa e l’attività professionale perché lo stagista impara sul posto di lavoro e per questo gli viene riconosciuta un’indennità. Si tratta di un riconoscimento a titolo di rimborso spese di 300 euro lordi al mese, che vengono corrisposti al tirocinante se frequenta per almeno il 70% delle ore previste. Questa ricompensa, proprio perché non si tratta di un rapporto lavorativo vero e proprio, non fa maturare contributi né TFR, ma copre la maggior parte delle spese che un tirocinante può avere durante il periodo di stage.
Le informazioni che ora hai a disposizione sono davvero molte e siamo certi che ti aiuteranno a farti strada nel mondo del lavoro, che sia partendo da uno stage o subito da un impiego!
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