
Il diritto al congedo parentale in Italia è un beneficio che interessa tutti i genitori lavoratori. Si tratta di un periodo di sostegno che supporta il neopapà e la neomamma quando questi, o uno solo di loro, necessitano di assentarsi dal lavoro per la cura dei propri figli.
Le modalità di applicazione di questo beneficio variano in base all’inquadramento lavorativo dei genitori, che possono essere lavoratori dipendenti, autonomi o con contratti di collaborazione, e si applicano anche nei casi di adozione o affidamento. Sono invece esclusi i disoccupati o sospesi, i lavoratori domestici e i lavoratori a domicilio.
Il congedo parentale, un diritto fondamentale sia per le madri che per i padri lavoratori, offre un periodo di astensione dal lavoro della durata massima di 10 mesi, da distribuire tra entrambi i genitori nei primi 12 anni di vita del bambino.
Questo diritto si estende anche ai genitori adottivi o affidatari, senza limiti d’età del minore, purché venga esercitato entro 12 anni dall’integrazione nella famiglia e prima del raggiungimento della maggiore età.
Nel caso in cui la richiesta di congedo parentale provenga dalla madre, è necessario distinguere tra lavoratrice dipendente e lavoratrice autonoma.
La lavoratrice dipendente ha diritto a un periodo, continuativo o frazionato, che non superi i 6 mesi, da fruire una volta terminato il periodo di astensione obbligatoria, noto come congedo di maternità. Se la madre è l’unico genitore, il congedo si estende fino a un massimo di 10 mesi
La lavoratrice autonoma ha invece diritto a un congedo parentale di 3 mesi durante il primo anno di vita del bambino, a patto che, durante tale periodo, si astenga effettivamente dall’attività lavorativa.
Anche nel caso in cui la richiesta di congedo parentale provenga dal padre, è opportuno distinguere tra lavoratore dipendente e lavoratore autonomo.
Il lavoratore dipendente ha il diritto di usufruire di questo congedo dal momento della nascita del figlio, per un periodo che può essere continuativo o frazionato, con una durata massima di 6 mesi. Tuttavia, se decide di astenersi dal lavoro per un periodo, sia continuativo che frazionato, della durata non inferiore a 3 mesi, il limite del congedo si estende a 7 mesi.
In questa seconda circostanza, il totale dei congedi parentali concessi ai genitori può è esteso a un massimo di 11 mesi.
Il D. Lgs. 30 giugno 2022, n. 105, introduce il diritto al congedo parentale anche per il padre lavoratore autonomo, consentendo così ad entrambi i genitori di fruire di un congedo di 3 mesi entro il primo anno di vita del bambino.
La legge n. 228 del 24 dicembre 2012 ha introdotto la possibilità di frazionare il congedo parentale su base oraria, ma ha delegato alla contrattazione collettiva di settore la definizione delle modalità, dei criteri di calcolo e l’equiparazione delle ore a una giornata lavorativa.
Il D. Lgs. n. 80 del 15 giugno 2015, attuando il Jobs Act, ha stabilito che, in assenza di accordi contrattuali, i genitori lavoratori dipendenti possono usufruire del congedo parentale su base oraria, pari alla metà dell’orario medio giornaliero del periodo di paga precedente.
La legge di bilancio 2023 ha aumentato l’indennità di congedo parentale dall’30% all’80% della retribuzione, valida per un mese da usufruire entro il sesto anno di vita del figlio (o entro sei anni dall’ingresso del minore in famiglia per adozione o affidamento, e non oltre la maggiore età). Questa normativa, alternativa tra i genitori, si applica ai lavoratori dipendenti che completano il congedo di maternità o, in alternativa, di paternità dopo il 31 dicembre 2022.
La Circolare INPS 45 del 16-05-2023 stabilisce che il mese di congedo retribuito all’80% riguarda esclusivamente i genitori che concludono il congedo di maternità o, in alternativa, di paternità dopo il 31 dicembre 2022, anche se si tratta di un solo giorno. I genitori che hanno terminato la fruizione del congedo di maternità o paternità entro il 31 dicembre 2022 non sono inclusi.
Inoltre, il diritto a un mese di congedo parentale indennizzato all’80% si applica anche se uno dei genitori usufruisce di almeno un giorno di congedo di maternità o di paternità obbligatorio o alternativo nel corso del 2023.
È importante notare che il mese di congedo parentale all’80% è riservato esclusivamente ai lavoratori dipendenti. Nel caso in cui il padre sia un lavoratore dipendente e la madre sia iscritta alla Gestione separata o a una delle Gestioni speciali dei lavoratori autonomi, il termine finale del periodo indennizzabile di maternità della madre non è rilevabile. Si calcola invece esclusivamente il termine finale del congedo di paternità.
La mamma e/o il papà che intendano presentare la domanda per il congedo parentale lo devono obbligatoriamente fare prima dell’inizio del periodo di congedo richiesto. Se la domanda è presentata successivamente, verranno coperti solo i giorni di congedo a partire dalla data di presentazione. Nel caso dei lavoratori dipendenti, l’indennità viene anticipata direttamente dal datore di lavoro.
Lavoratrici e lavoratori hanno la possibilità di presentare la domanda di congedo parentale online attraverso il servizio dedicato fornito dall’INPS.
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