
Stai per sposarti e già hai la testa al viaggio di nozze, non è vero? Più che altro pensi a come poter chiedere qualche settimana di ferie al tuo capo dopo il matrimonio e, soprattutto, se te le concederà.
Nel nostro Paese tutto questo è regolato dal diritto del lavoro, quindi non esistono scelte arbitrarie da parte del datore, ma regole precise che descrivono, tra le altre cose, anche la durata e le modalità di richiesta del congedo matrimoniale.
Il contatto con i lavoratori è la nostra quotidianità, e anche questi lieti eventi portano con sé numerose domande. Ecco perché abbiamo deciso di mettere nero su bianco le regole principali del congedo matrimoniale, così anche tu saprai come muoverti per farne richiesta.
Iniziamo dal capire cos’è esattamente il congedo matrimoniale, a chi spetta e come richiederlo al tuo datore di lavoro.
Il congedo, chiamato anche licenza matrimoniale, prevede 15 giorni retribuiti dal datore di lavoro e riconosciuti dalla legge per i lavoratori che si uniscono in matrimonio civile. L’articolo che lo disciplina è oggi il numero 1 della Legge 76/2016, ma la prima norma su questo tema si è avuta nel nostro Paese nel 1937.
In sostanza, quindi, il congedo matrimoniale è un periodo di 15 giorni di calendario consecutivi, che comprendono giorni lavorativi e festivi senza andare a intaccare le ferie annuali maturate. Il congedo è riconosciuto a tutti i contratti collettivi di lavoro e quindi a impiegati, operai, lavoratori a domicilio, dipendenti di aziende e cooperative nei settori industriale e artigianato, apprendisti e marittimi di bassa forza.
Esistono poi delle altre categorie per cui è riconosciuto il congedo matrimoniale:
L’unica categoria di lavoratori per i quali non è previsto un congedo retribuito è quella dei liberi professionisti. Chi opera con Partita IVA, infatti, non ha un diretto datore di lavoro e quindi nessuno che debba attribuirsi l’onere di un congedo.
Se stai già pregustando due settimane di pausa dal lavoro per festeggiare il tuo matrimonio, ricordati che ci sono delle regole anche per quanto riguarda i tempi di godimento del congedo.
Iniziamo da un consiglio: se sei in procinto di sposarti, attendi un pochino prima di compiere le prossime scelte lavorative. Sia nella fase di preavviso per il licenziamento sia durante le ferie non puoi richiedere di sfruttare il congedo matrimoniale. Quindi calcola bene i tuoi tempi!
Andando con ordine: il conto alla rovescia del congedo inizia per prassi dal terzo giorno precedente il matrimonio, quindi hai a disposizione esattamente 12 giorni di congedo da sfruttare una volta sposato.
Vien da sé che la fruizione dei giorni restanti debba essere subito consecutiva al matrimonio, ma esistono comunque delle eccezioni per sfruttare questi giorni in un altro periodo di tempo, sulla base delle tue esigenze. Queste deroghe, però, sono il frutto dell’accordo con il datore di lavoro, che può accettarle o liberamente negarle se non lo ritiene possibile senza conseguenze sulla produzione.
In questo caso è il tuo capo a poter scegliere, ma ci sono almeno altre 3 condizioni in cui si troverà invece ad avere un obbligo nei tuoi confronti:
Tra le tante cose a cui devi pensare in vista del tuo matrimonio, ricordati anche della richiesta ufficiale di congedo. Pur trattandosi di un diritto riconosciuto al lavoratore, è necessario farne richiesta scritta perché ci sia un preavviso e venga definito in modo preciso il periodo di assenza dal lavoro.
Devi presentare la domanda alla direzione o all’ufficio del personale, in carta intestata e almeno 6 giorni prima dell’inizio del congedo, quindi 10 giorni prima della data del tuo matrimonio. Entro questi termini l’azienda dovrà riorganizzarsi in tua assenza, quindi, se possibile, ti consigliamo di anticipare il preavviso in modo che abbia il tempo per gestire la situazione.
Tutto ciò è valido se sei un lavoratore dipendente, ma se sei assunto in aziende industriali, artigiane o cooperative, ci sono alcune cose che dovresti sapere. In questi casi i primi 7 giorni di congedo ti verranno retribuiti direttamente con assegno dall’INPS. I giorni restanti fino al 15°, invece, saranno a carico del tuo datore di lavoro.
Se appartieni a questa categoria di lavoratori, la domanda di congedo dovrà essere doppia: sia alla tua azienda, sia all’INPS. Per fare richiesta di ricevere l’assegno per congedo matrimoniale dovrai procedere tramite il tuo datore di lavoro una volta rientrato dal viaggio di nozze, oppure procedere tu stesso tramite l’INPS entro 60 giorni dal matrimonio.
Qualsiasi sia la tua categoria di appartenenza, ricorda che, al rientro dal congedo e non oltre i 60 giorni, dovrai presentare il certificato di matrimonio al tuo datore di lavoro.
Come hai visto, anche il congedo matrimoniale non è esente da regole ed eccezioni. Ora sai come destreggiarti e come farne richiesta, sapendo ciò che ti è riconosciuto in qualità di lavoratore e ciò che invece dovrai concordare con il tuo capo.
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