
In tutti gli uffici, i magazzini, gli studi e in qualsiasi altro posto di lavoro possono nascere dei conflitti: una situazione che accade quotidianamente in moltissime realtà e che, se non affrontata nel modo giusto, può incidere anche sulla produttività aziendale.
Lavorando a stretto contatto con imprese e lavoratori abbiamo fatto grande esperienza di queste situazioni, e oggi ci piacerebbe aiutare anche te. Abbiamo riunito per te 5 mosse per la gestione di conflitti in azienda, da usare come guida verso la comprensione, l’espressione personale, il rispetto e la conciliazione di ogni episodio conflittuale.
Vediamo subito quali sono.
I litigi e gli scontri non sono mai un’esperienza piacevole, ma esiste un metodo – o meglio, un atteggiamento – che può aiutarti.
Per prima cosa bisogna distinguere tra “conflitto costruttivo” e “conflitto distruttivo”. Il conflitto costruttivo è quella situazione in cui qualcosa sicuramente si è incrinato tra le parti, ma esiste comunque comunicazione e soprattutto la volontà di raggiungere un punto di incontro. Ciò che anima questo tipo di conflitto è uno spirito di collaborazione, in vista di un obiettivo comune.
Il conflitto distruttivo, al contrario, è quello a cui siamo più abituati a pensare, con litigi aperti e una buona dose di competizione. Come dice la parola stessa, da queste situazioni non si può ottenere nulla di buono perché l’atteggiamento delle parti tende a distruggere ciò che invece potrebbe unirle. Imporre le proprie opinioni, cercare il colpevole a tutti i costi, far prendere il sopravvento a stress e paure sono i comportamenti più comuni di questo tipo di conflitto.
Ti sarà chiaro il motivo per cui, quando sorge un problema, il primo passo deve essere mettersi a disposizione per trasformare la situazione negativa in un conflitto costruttivo. Come nella vita, anche sul lavoro non si risolve nulla scappando dalle difficoltà, quindi anche se ti trovi di fronte a un conflitto distruttivo impegnati perché il tuo atteggiamento sia indirizzato verso una finalità utile e costruttiva.
“Sì, facile a dirsi. Ma come posso gestire un conflitto?”. Eccoci al secondo passo, che tocca un punto fondamentale della questione: il tuo atteggiamento.
Un affronto da parte di un collega o una lite tra sottoposti a cui devi trovare rimedio può essere gestito serenamente, ma tutto dipende dalla tua reazione. La proattività è proprio la tua capacità di scegliere la risposta da dare al problema, senza lasciarti prendere dal panico e lasciarti ingannare dall’istinto. Se la tua è una reazione immediata non puoi sviluppare una consapevolezza chiara del momento, delle dinamiche che si sono presentate in un battito di ciglia e a cui, nonostante tutto, è tuo interesse trovare una soluzione riconciliante. Quello che devi fare è rispondere in modo proattivo al problema, prendendo consapevolezza di quel che succede e delle tue emozioni. Solo in questo modo puoi reagire con assertività, creando un’occasione di confronto utile a tutti.
Per riuscire in questa missione (non è facile, ma è possibile, vedrai!) la cosa migliore che puoi fare è ascoltare. L’ascolto è una delle doti più importanti anche in azienda, soprattutto quando si devono affrontare situazioni di conflitto. Ascolta la posizione dell’altro, lascia che spieghi le sue motivazioni e la sua visione dell’accaduto coinvolgendo tutte le persone prese in causa.
Questo, oltre a darti una visione più chiara e oggettiva del problema, ti permette di giocare un’altra carta fondamentale, quella dell’assertività. Dopo aver ascoltato, affronta la questione andando incontro all’altro, sottolineando per prima cosa i punti di incontro tra le vostre visioni. Ti permetterà di iniziare subito con il piede giusto e di camminare verso una soluzione valida per entrambi.
Abbiamo trattato la visione positiva che si deve avere di un conflitto e l’atteggiamento più vantaggioso per arrivare a una soluzione. Per passare all’azione dobbiamo, però, parlare di intelligenza emotiva.
I conflitti nascono per la maggior parte da stati di disagio – più o meno radicati – che sfociano in veri e propri conflitti, a volte aperti, altre volte meno manifesti ma non per questo meno aggressivi. Il modo migliore per affrontare questi problemi è mostrare empatia, cioè aprirsi all’altro prima con l’ascolto e poi con la comprensione. Dopotutto, non c’è nulla di più rassicurante dello scoprire che chi pensiamo sia nostro nemico in realtà capisce i nostri problemi e prova anche lui disagio per la situazione che si è creata.
Prima di tutto, quindi, mantieni la calma, fai un bel respiro per lasciar andare ogni sentimento negativo e riprendi il controllo di te stesso. Poi dimostra di capire la situazione e il disagio che l’altro sta provando e inizia a elencare tutto ciò che accomuna le vostre esperienze. L’obiettivo è trovare una soluzione che accontenti entrambe le parti e che ripristini quell’equilibrio che si era incrinato. Per concludere, infine, ricorda che siete una squadra e incoraggia l’altro a giocare al tuo fianco.
Una delle più grandi difficoltà legate ai conflitti sul lavoro riguarda i rapporti interpersonali e i duri colpi che in alcune occasioni ti possono essere sferrati.
Per affrontare questa condizione – al di là del conflitto specifico – devi pensare che non è sempre necessario dare importanza a certi comportamenti. Le aziende, infatti, sono fatte di persone e tra queste può esserci anche chi, per i più svariati motivi, riversa anche sul lavoro i propri problemi personali e frustrazioni. Oppure, un altro esempio sono i colleghi che danneggiano gli altri intenzionalmente per affermare sé stessi. Stiamo parlando di persone controproducenti in azienda, che per questo non devono avere la possibilità di influenzarti sul lavoro.
In questi casi la cosa più giusta da fare è non dare troppo peso a loro e alle loro azioni, investi piuttosto il tuo tempo e le tue risorse per raggiungere scopi che ti rendano soddisfatto di quel che fai. Ovviamente, in nome della collaborazione, dovrai condividere con loro una parte del tuo tempo in azienda, ma puoi sempre decidere di fermarti allo stretto necessario per lo svolgimento del compito. In questo modo potrai mantenerti in una posizione neutrale e dedicarti a cose ben più importanti e positive, per il tuo lavoro ma soprattutto per te stesso.
Ormai lo avrai capito, la gestione dei conflitti sul lavoro si basa su capacità relazionali che possono essere più o meno spiccate a seconda della persona. Se pensi di dover fare ancora un po’ di strada per poter mettere in pratica i nostri consigli, abbiamo qui per te un semplice esercizio che ti aiuterà a rafforzare queste competenze.
Quando devi affrontare un momento difficile, di conflitto, prenditi del tempo. È sempre necessario chiarire il tuo stato d’animo e comprendere anche la visione dell’altro, prima del confronto.
Per prima cosa, quindi, prendi un foglio ed elenca i momenti di attrito e le azioni che ti hanno provocato un disagio conflittuale. Ora che hai ben chiari i punti che ti hanno ferito o infastidito, scrivi a fianco a ognuno di essi il motivo per il quale ti sei sentito attaccato. Questo ti può aiutare a capire quali punti deboli sono stati toccati e perché avresti reagito al conflitto in modo non utile. Il prossimo passo va verso l’altro: per ogni punto prova a pensare delle motivazioni alternative che potrebbero giustificare il comportamento del collega, per aprire la tua mente a interpretazioni diverse rispetto alla tua prima lettura.
Mettendo in pratica questo esercizio ogni volta che devi gestire un conflitto sul lavoro hai la possibilità di allenare la riflessione e migliorare la tua risposta al problema, per mettere in pratica i suggerimenti che ti abbiamo proposto. Ti basterà infine pensare a poche domande da porre all’altra persona per verificare le ipotesi alternative, con un aperto interesse verso l’altro e una sincera volontà di risolvere ogni attrito.
Speriamo che questi consigli ti aiutino ad affrontare al meglio situazioni di conflitto e a contribuire al benessere del tuo ambiente lavorativo.
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