
Se non hai ancora molta esperienza nel mondo lavorativo, capire come si legge una busta paga è senza dubbio uno step fondamentale.
Conoscere il dettaglio della tua retribuzione, ti permette di avere un quadro chiaro della tua situazione, evitare spiacevoli inconvenienti e poter valutare le opportunità che troverai sul tuo cammino.
Come documento mensile ufficiale del rapporto tra datore di lavoro e dipendente, la busta paga riporta tutte le indicazioni di retribuzione, ritenute fiscali e previdenziali.
Eccoci pronti a scoprire come si calcola lo stipendio e a quali elementi devi prestare attenzione.
La parte iniziale dei documenti è troppo spesso sottovalutata. È proprio qui che – anche per logica – vengono presentati i dati di partenza. A maggior ragione se hai tra le mani la tua busta paga, quindi, dedica un po’ di tempo alla lettura dei dati iniziali.
Questa sezione contiene tutte le tue informazioni in qualità di lavoratore e anche i dati dell’azienda. Sempre qui è indicato il periodo di riferimento, cioè il mese di retribuzione a cui è associato il documento: bello in vista, per aiutare nell’archiviazione e nel confronto temporale.
Ogni mese sono riportati i tuoi dati anagrafici – nome e cognome, posizione INAIL e INPS, numero di matricola – e tutti i riferimenti del contratto di lavoro, quali il tuo CCNL (Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro), l’inquadramento sulla base del CCNL, la tua qualifica e mansione lavorativa. Oltre a questi, trovi ancora un dato importante: nel caso di contratto a tempo determinato, è riportata in busta paga anche la data di assunzione e il termine del rapporto lavorativo.
In busta paga trovi, poi, il codice azienda, il suo numero di posizione INAIL e INPS. Sembrano pochi dati, ma sono fondamentali: in questo modo puoi identificare l’impresa sia con la sua posizione INAIL che con quella INPS, per un maggior controllo dei versamenti a tuo nome ai due enti previdenziali.
Ora che abbiamo passato in rassegna tutti i dati presenti, vediamo 3 elementi da conoscere per avere il totale controllo della tua busta paga:
L’intestazione è ora più chiara, vero?
Qui puoi vedere nello specifico tutte le informazioni relative al tuo lavoro durante il mese, dalle ore fatte alla retribuzione giornaliera e oraria, alle ferie maturate.
Questa parte della busta paga è anche detta “corpo”. Qui puoi trovare, infatti, il succo del documento, ovvero tutte le informazioni riguardanti la tua retribuzione totale.
Con un efficace riassunto del tuo mese di lavoro – spesso sviluppato per punti – viene svolto il calcolo dello stipendio. Ci sono molte variabili che vanno a comporre il totale lordo della tua retribuzione, vediamole in sequenza:
In questo modo hai una visione completa della tua retribuzione lorda, cioè la somma derivata dal tuo lavoro senza le trattenute e i contributi che troverai nella terza (e ultima) sezione della busta paga.
Lo Stato italiano prevede per ogni lavoratore l’inserimento in un programma di previdenza sociale. Si tratta, nel concreto, di ritenute sulla busta paga gestite dai due enti previdenziali INPS e INAIL.
Per chiarezza, l’INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale) si occupa del sistema pensionistico dei lavoratori, mentre l’INAIL (Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro) è un fondo sociale per la copertura degli incidenti sul luogo di lavoro. L’iscrizione a questi due enti è obbligatoria per legge per tutti i lavoratori pubblici e privati, oltre ad alcune categorie di lavoratori autonomi.
Oltre a queste ritenute, nell’ultima parte della busta paga trovi anche l’imponibile fiscale. Dal totale lordo della tua retribuzione, infatti, è decurtata l’imposta sul reddito delle persone fisiche, meglio conosciuta come IRPEF. Questa, che prevede diverse voci, è una tassa diretta e personale.
Infine, si deve parlare di TFR. Il Trattamento di Fine Rapporto è un reddito che si forma nel tempo e che viene mensilmente detratto in busta paga. In sostanza, il datore di lavoro accantona una parte del tuo stipendio per creare un fondo che ti verrà restituito alla fine del rapporto lavorativo, qualsiasi sia la motivazione della fine del contratto.
Esistono comunque delle alternative all’accantonamento in azienda: puoi scegliere come lavoratore di versare il tuo TFR in un fondo pensione, oppure – ma è ancora in via sperimentale – di mantenere la quota mensile all’interno della tua busta paga, ma in questo caso non ti spetterà nulla allo scioglimento del contratto.
Ecco quindi che, dopo questa carrellata di detrazioni, passi dallo stipendio lordo allo stipendio netto. Alla fine del documento trovi infatti la somma (“netto in busta”) che arriverà sul tuo conto corrente.
Ora hai tutti gli strumenti per leggere e valutare la tua busta paga!
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