
Nella vita lavorativa c’è un momento che non vorresti mai vivere. Eppure il licenziamento, volontario o meno, esiste e va affrontato, anche in relazione al tuo futuro lavorativo.
Nel nostro lavoro abbiamo contatto ogni giorno con centinaia di lavoratori e professionisti, alcuni di essi arrivati inevitabilmente anche da esperienze pregresse delicate nel proprio passato professionale. Deve essere un blocco? Assolutamente no. Ad ogni arresto si può ripartire, serve però sapere come.
Per aiutare chi come te è alla ricerca di informazioni su come affrontare un colloquio dopo un licenziamento, eccoci pronti a prendere in esame diversi passaggi e casi, per rendere più chiare le strade che si possono aprire davanti a te.
L’interruzione di un rapporto lavorativo può avvenire in molti modi e per i più disparati motivi: a conclusione di un contratto determinato, per necessità personali o aziendali, per giustificati motivi o incompatibilità con il contesto. Qualsiasi sia la motivazione, ora il tuo compito è riuscire a concentrarti sul futuro.
Come dicevamo, il licenziamento va interpretato come una fase nella tua storia professionale, un punto di arrivo per un’esperienza che si è conclusa ma che lascia spazio a nuove opportunità. Soprattutto ricorda che il licenziamento non comporta la fine della tua carriera professionale, anzi è un punto che è stato messo e dal quale puoi ripartire per scrivere il tuo futuro.
Quindi prenditi del tempo per elaborare l’accaduto, riappropriati della tua consapevolezza professionale e approfondisci come poter dare una svolta a ciò che sai fare meglio e che desideri per la tua vita.
Veniamo al dunque: è successo, ti sei ripreso e ti trovi ad affrontare un colloquio con la paura di sentire la fatidica domanda “Per quale motivo è stato licenziato?”.
Come prima cosa, ricorda che il reclutatore non conosce la motivazione della fine di un rapporto lavorativo, quindi – se ti verrà posta la domanda – ciò avverrà senza alcun preconcetto. Questo chiaramente non ti giustifica dal nasconderti dietro a una bugia – non è mai una buona scelta – ma di sicuro può darti un po’ più di sicurezza nel capire come gestire la comunicazione di questa informazione.
La prima regola da rispettare è, dunque, attenerti alla verità dei fatti: questo ti tutelerà nell’essere credibile e stimolare l’empatia del tuo interlocutore.
Il secondo consiglio che ci sentiamo di darti è di non sprecarti in una lunga arringa a tua difesa, non è necessario. Se ti viene posta la domanda, dai una risposta chiara e concisa ricordando che l’interesse della persona che ti sta ascoltando non è giudicarti per ciò che è stato, ma valutarti come futuro collaboratore. Per uscirne al meglio, ricorda di trasformare questa domanda nell’occasione per mostrarti positivo e dimostrare che sai rialzarti dopo una caduta e anche dopo qualche (umano) errore.
Infine, non tirarti indietro a una richiesta di approfondimento. Non c’è persona più colpevole di quella che si rifiuta di parlare, quindi cogli l’occasione per avere il coltello dalla parte del manico e gestisci la situazione nel modo più positivo possibile, come abbiamo visto.
Solitamente si pensa sempre ad avvenimenti tragici di fronte a un licenziamento, a un rifiuto da parte di un datore di lavoro. Invece potresti essere stato proprio tu a decidere che basta, era ora di cambiare.
Se è questo che è accaduto, di certo ora ti stai chiedendo come dovresti spiegare la tua decisione e come potrebbe prenderla il tuo interlocutore. Per aiutarti a districare questo fitto nodo di dubbi, abbiamo riunito in una breve lista le nostre regole d’oro.
Vogliamo lasciarti con alcuni spunti su come gestire un tema così scottante in un colloquio di lavoro. Rifletti bene su come farli tuoi e, vedrai, il successo sarà assicurato.
1. Gioca d’anticipo. Se hai paura che la domanda ti arrivi a bruciapelo da un momento all’altro, cogli l’occasione della carrellata sulle tue esperienze lavorative passate per essere sincero su questo punto spinoso. In questo modo avrai più controllo sulla narrazione dell’avvenuto e sulla durata dell’approfondimento.
2. Fai attenzione ai dati sensibili. Parlare di quello o quell’altro collega, o di quel responsabile che ha tentato in tutti i modi di metterti i bastoni tra le ruote, non è né produttivo per te, né corretto nei confronti di chi stai citando. Questo un recruiter lo sa bene, perciò evita di dare riferimenti troppo espliciti e attieniti a ciò che questo accadimento ti ha insegnato.
3. Sottolinea ciò che di buono porti con te. Non c’è candidato più interessante di quello che può portare in azienda nuove conoscenze e competenze. Dopo aver spiegato il motivo del licenziamento, esponi gli insegnamenti che questa esperienza ti ha dato e metti in evidenza ciò che vuoi trasferire anche nel tuo nuovo impegno professionale. A volte basta davvero poco per fare centro!
Siamo certi che ora potrai affrontare il prossimo colloquio di lavoro con più serenità, senza la paura che arrivi quella tremenda domanda.
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