
Tutti siamo diversi ed è proprio questa diversità a renderci unici. Anche nel mondo del lavoro vale questa regola, ed è per questo che sono state riconosciute delle categorie particolari che devono essere tutelate e riconosciute nei loro limiti, ma anche nelle loro potenzialità.
Nel nostro lavoro entriamo in contatto anche con professionisti che hanno diverse forme di disabilità. Per questi lavoratori ci sono delle regole particolari da seguire, che ne aiutano l’inserimento e ne tutelano l’attività.
Se anche tu fai parte di questa categoria o vuoi conoscere di più a proposito delle categorie protette sul lavoro, siamo qui per condividere con te tutto ciò che devi sapere a questo proposito.
Per prima cosa, facciamo chiarezza. In Italia esiste una legge che sancisce il riconoscimento di questa speciale categoria, i suoi componenti e il loro trattamento. Stiamo parlando della Legge 68/99 (“Norme per il diritto al lavoro dei disabili”), che da un lato favorisce l’inserimento lavorativo di persone affette da diverse forme e livelli di disabilità e dall’altro incentiva le aziende attraverso alcuni sgravi.
In generale, possono rientrare nella categoria protetta le persone in età lavorativa (tra i 15 e i 65 anni) che hanno un’invalidità di tipo fisico, psichico, sensoriale o intellettivo che ne riduce la capacità lavorativa di più del 45%. Questo, però, non significa che non possano lavorare, quindi la definizione di “categoria protetta” tutela questi soggetti perché possano essere integrati adeguatamente in contesti lavorativi idonei e possano godere di uguali possibilità rispetto ai colleghi, attraverso servizi di collocamento mirato.
Più nel dettaglio, ecco una lista completa dei lavoratori che hanno diritto di rientrare tra le categorie protette sul lavoro:
Adesso ti è senz’altro più chiaro chi può rientrare in questa categoria speciale di lavoratori. Se stai cercando informazioni pratiche per iscriverti ad una categoria protetta, eccoci pronti ad accontentarti con tutte le informazioni che ti servono.
Per iscriverti a una categoria protetta dovrai seguire questi passi.
1. Se hai un’invalidità contratta sul lavoro, dovrai partire dall’accertamento certificato dall’INAIL, con il quale presentarti direttamente all’INPS (punto 4).
2. Per tutti gli altri casi, il percorso inizia dalla richiesta di un certificato che attesti la tua invalidità da parte del tuo medico di base.
3. Con il documento che descrive il tipo e la gravità dell’invalidità dovrai presentarti ad un CAF per aprire una pratica INPS.
4. L’INPS ti convocherà per un esame medico di fronte ad una commissione sanitaria di zona.
5. L’esito ti informerà della percentuale di invalidità riconosciuta e il livello di agibilità sul lavoro, che potrai sapere accedendo al sito dell’INPS e ti arriverà poi a casa tramite raccomandata.
6. L’ultimo passaggio è recarti al Centro per l’Impiego della tua Provincia per iscriverti ad una graduatoria per l’inserimento lavorativo mirato, dando prova di essere disoccupato e non in età di pensionamento.
Essere iscritto alle categorie protette non significa essere un privilegiato. Come per tutti i lavoratori, esistono anche per questa categoria dei doveri e dei diritti che vengono salvaguardati.
Tra i doveri che devi riconoscere come tali possiamo citare l’orario di lavoro, che non è ristretto rispetto ai colleghi se non per evidenti necessità di salute che lo richiedano e che siano certificate. Quindi anche il lavoratore in categoria protetta può fare straordinari ed essere inserito nei turni di lavoro.
Se da una parte la legge tutela e incentiva l’assunzione di questa categoria di professionisti, dall’altra riconosce la possibilità al datore di lavoro di interrompere il contratto per giusta causa o per un aggravarsi delle condizioni di salute che non permette più il corretto svolgimento dell’attività lavorativa.
Passando invece ai diritti, è importante sapere che una persona assunta in categoria protetta deve poter accedere a un contratto di lavoro paritario rispetto a un qualsiasi altro lavoratore, che sarà quindi regolato dalle stesse norme previste per legge. Questa parità si riscontra anche nel trattamento economico, che deve essere uguale a quello dei colleghi di pari livello e mansione.
A questo si aggiunge il riconoscimento di permessi retribuiti dall’INPS pari a 3 giorni lavorativi al mese, regolati dalla legge 104, per potersi occupare di eventuali visite o cure legate al proprio stato di salute.
Per far funzionare in modo fluido questa macchina di supporto alle persone con disabilità a diversi livelli, è necessaria la collaborazione delle aziende e dei datori di lavoro. Per questo motivo sono stati introdotti sempre dalla Legge 68/99 anche degli obblighi per le imprese, sia pubbliche che private.
Ogni attività ha infatti l’obbligo di assumere personale dipendente in categoria protetta, in modo proporzionale alle dimensioni dell’attività e al numero di lavoratori assunti a tempo indeterminato.
Nello specifico, le aziende che hanno tra i 15 e i 35 dipendenti devono assumere almeno 1 soggetto in categoria protetta. Se i dipendenti salgono fino ai 50, allora l’azienda dovrà assumere almeno 2 lavoratori in categoria protetta. Quando la soglia supera i 50 dipendenti, la proporzione che deve essere rispettata è del 7%.
Da questi calcoli, però, vengono esclusi i dirigenti, chi lavora in smart working e i lavoratori con contratto a tempo determinato, di apprendistato o di somministrazione. I lavoratori part-time, invece, vengono conteggiati in proporzione al monte ore lavorato.
Esistono, in generale, due modalità per essere assunto se appartieni ad una categoria protetta:
Per garantire la collaborazione delle aziende, ad esse vengono riconosciuti dei vantaggi economici e fiscali che agevolano l’assunzione di questa speciale categoria di lavoratori.
Nel dettaglio, le aziende ottengono il pagamento da parte dello Stato dei contributi previdenziali e assistenziali di un lavoratore con invalidità oltre il 79% o con handicap intellettivo e psichico fino a un massimo di 8 anni. Per i lavoratori che hanno un’invalidità tra il 67% e il 79%, invece, questo aiuto statale si riduce ad un massimo di 5 anni.
Infine, per i lavoratori con invalidità superiore al 50% le aziende ottengono un contributo alle spese sostenute per l’adeguamento del posto di lavoro o la predisposizione del lavoro in smart working.
Se stai cercando un lavoro come categoria protetta e ti piacerebbe entrare in contatto con aziende interessate al tuo profilo professionale, questo è il posto giusto. Assieme ai nostri consigli, possiamo aiutarti anche attraverso la selezione: cerchiamo sempre nuovi profili per le nostre aziende clienti, e il prossimo potresti essere proprio tu!
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