
Il mondo del lavoro sta cambiando. Questo è vero soprattutto negli ultimi anni, dove per diverse necessità anche le aziende più piccole si sono dovute avvicinare a nuovi concetti di formazione e aggiornamento, smart working e digitalizzazione.
In questo contesto è facile trovare nuovi termini, sempre più numerosi quando si parla di lavoro. Se sei incappato nel termine blended learning e proprio non sai di cosa si tratti, questo articolo può esserti sicuramente d’aiuto.
Nel nostro lavoro ci occupiamo spesso di organizzare, tra le altre attività, anche la formazione per le aziende e i nostri collaboratori: tra le ultime tendenze in questo campo c’è proprio l’apprendimento misto. Crediamo sia una grande opportunità per lavoratori e imprese, quindi eccoci pronti ad accompagnarti alla scoperta di questa nuova modalità di apprendimento sul luogo di lavoro.
L’apprendimento misto – o blended learning, in inglese – ha una storia davvero avvincente e per certi versi anche misteriosa. Ecco perché partiamo proprio da qui per introdurti in questo ambito sempre più nominato ma ancora da scoprire.
Partiamo da una sicurezza: questo metodo è il frutto di un mix tra vari modelli di formazione.
C’è chi dice che abbia le sue radici nei corsi per corrispondenza degli anni Quaranta e Cinquanta, chi invece data la nascita di questo termine negli anni Sessanta nelle aule della Illinois University. Qualsiasi sia il momento storico in cui il concetto di apprendimento misto ha visto la luce, quel che è certo è che l’evoluzione digitale gli ha dato quella spinta che aspettava da tempo.
Nato per completare l’insegnamento a distanza con i vantaggi degli incontri di persona, il blended learning si è evoluto nel tempo trovando proprio in internet, pc e dispositivi mobili i migliori alleati per il successo.
Proprio dagli anni Novanta, con la diffusione di questi strumenti, la modalità mista di formazione ha preso piede nelle aziende, soprattutto per la gestione dell’aggiornamento dei dipendenti dislocati in altre aree geografiche. È così che, tra lezioni registrate e momenti di confronto con una classe di colleghi, il blended learning è arrivato oggi ad essere il metodo di crescita formativa più apprezzato dalle grandi aziende.
Già lo abbiamo accennato tra le righe, ma lo rendiamo subito più esplicito. Il blended learning è una modalità mista di formazione, l’incontro tra la classica lezione in aula con un formatore e le più moderne tecnologie di e-learning.
Funziona così:
Ognuno di questi step è organizzato in modo da creare un equilibrio tra esperienza digitale e analogica, sfruttando i benefici di entrambi i metodi a vantaggio dei partecipanti. Tutte le attività, in questo modo, possono essere studiate e messe in pratica senza tralasciare alcuna tipologia di aggiornamento, scavalcando i problemi logistici delle grandi distanze e dando ai dipendenti la possibilità di ricevere molto di più di un tradizionale corso di formazione.
Come avrai compreso, molto è nelle mani dei partecipanti stessi: gli organizzatori individuano le tematiche che circoscrivono l’aggiornamento, ma il vero valore dell’esperienza formativa lo creano le persone. I lavoratori sono al centro della didattica stessa, sono loro a mettere a disposizione degli altri le conoscenze e le competenze inerenti i temi trattati.
Così, dalle classiche lezioni frontali si passa a un percorso formativo esperienziale, che prende il via dai primi input dell’incontro in aula e si sviluppa attraverso lo scambio tra i partecipanti.
Iniziamo con il citare la prima novità: addio alla noia! Con la formazione mista sono finiti i tempi delle costrizioni, degli appuntamenti fissi con l’aggiornamento professionale. Secondo questa modalità, ognuno è libero di organizzare il proprio tempo di studio secondo le esigenze personali, valutando quale sia il momento migliore per concentrarsi sulla propria crescita professionale.
Allo stesso modo, anche i nuovi formati digitali aiutano ad abolire la noia dalle lezioni. Più dinamici, interattivi, coinvolgenti, permettono a ciascuno di trovare nell’aggiornamento anche un momento di svago e – in un certo senso – di divertimento. Le ore e ore passate seduti in un’aula sono finite: ci si può dedicare a queste attività davanti a un pc sul luogo di lavoro, ma anche nei momenti liberi grazie al proprio smartphone, o ancora in un luogo rilassante, lontano dal caos dell’ambiente lavorativo, con un comodo tablet. Tutto ciò che serve per collegarsi con la formazione è una linea internet e il gioco è fatto!
In base a questo cambiamento sostanziale, anche la figura del formatore assume un nuovo ruolo. Non è più il protagonista incontrastato della scena, ma piuttosto una guida esperta attraverso le dinamiche formative di gruppo che si sviluppano negli incontri di confronto e nella community digitale.
Un compito per nulla semplice, soprattutto perché al formatore è richiesto di proporre un percorso in evoluzione passo dopo passo, seguendo le predisposizioni e le richieste di approfondimento (più o meno esplicite) dei partecipanti. Un’opportunità unica, quindi, per chi prende parte a questi programmi di aggiornamento, perché è possibile avere un percorso personalizzato e teso a una crescita effettiva e, soprattutto, desiderata.
Non serve neanche dirlo: il più grande vantaggio di questo nuovo metodo di formazione è la soddisfazione dei dipendenti. Questo è il risultato che ogni organizzatore di eventi formativi desidera e che oggi è più facile raggiungere proprio grazie al blended learning.
Se questa motivazione non è abbastanza, ci sono ancora diversi aspetti che potrebbero convincere anche le aziende più tradizionali:
E a te, qual è l’aspetto del blended learning che ti piace di più? Qualsiasi sia il motivo che ti abbia portato ad approfondire l’apprendimento misto, siamo sicuri che questo articolo ti aiuterà a chiarire questo interessante capitolo nel mondo della formazione.
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