
Sebbene non vi siano formule magiche per colloqui di lavoro perfetti, in grado di garantire l’assunzione, fare attenzione agli errori da evitare può, senza dubbio, facilitarti molto le cose.
In una fase così importante e delicata per il tuo futuro professionale, è fondamentale non lasciare nulla al caso e sapere quali sono gli aspetti che possono influenzare di più, in negativo, un selezionatore.
A volte ci sono elementi cui i candidati non prestano molta importanza, ma che in realtà possono risultare decisivi ai fini dell’assunzione. Quali sono, quindi, gli errori da evitare a un colloquio di lavoro? Eccone 3 che non puoi davvero sottovalutare.
Per prepararsi a un primo colloquio con l’azienda selezionatrice, ci sono errori “evergreen” che tutti dovrebbero conoscere e che, ormai, vengono dati quasi per scontati.
Tuttavia, anche se in questo articolo abbiamo voluto concentrarci su 3 casistiche meno banali, prima di approfondirle vale comunque la pena fare un ripasso di quelle “standard”, da tenere sempre a mente.
Presentarsi in ritardo, o troppo in anticipo, è già un primo biglietto da visita negativo nei confronti del recruiter, così come indossare un abbigliamento non adeguato all’occasione e al contesto aziendale.
Spesso l’esito del colloquio è influenzato proprio dai primissimi istanti. Anche la stretta di mano, quindi, è un elemento cui bisogna prestare attenzione: dev’essere energica, ma senza esagerare!
Errori “classici” da citare ce ne sarebbero molti altri: gesticolare troppo, assumere una postura scomposta, evitare lo sguardo del selezionatore…
Di seguito, però, eccone altri 3 cui forse non hai mai dato il giusto peso.
È vero, quando stai cercando lavoro – e sei disoccupato – potresti ritrovarti a inviare molti Curriculum al giorno, a realtà diverse e che magari conosci poco.
Tuttavia, il colloquio rappresenta una fase più avanzata: significa che l’azienda è interessata a conoscerti meglio e a valutare la tua candidatura. Quindi, per prima cosa, evita di presentarti senza sapere nulla dell’impresa per la quale ti sei proposto.
Cerca di reperire più informazioni che puoi (oggi il web offre molte possibilità in più rispetto a un tempo) e individua le motivazioni che ti hanno spinto a candidarti per quel posto. Non puoi rischiare di dare una risposta improvvisata, qualora dovessero chiederti perché hai deciso di inviare il tuo CV proprio a loro.
D’altro canto, sicuramente potrai reperire informazioni solo fino a un certo punto: quindi, in fase di colloquio, non aver paura di fare delle domande al selezionatore (ma non troppe, mi raccomando!). Sarà segno di interesse nei confronti dell’azienda e della posizione lavorativa per cui ti sei proposto.
Il rischio frequente, a un colloquio di lavoro, è che il candidato arrivi a mentire sulle proprie competenze o sulle esperienze avute in precedenza, pur di avere il posto.
Tale errore rischia di pesare in modo significativo sull’esito del tuo colloquio. Affermare di avere delle particolari capacità o di saper svolgere al meglio un determinato compito, quando magari se ne conoscono appena le basi, sono bugie che possono essere smascherate in poco tempo.
Quindi, fai sempre in modo che vi sia coerenza tra le skill che presenti e quelle che realmente possiedi, tra le esperienze lavorative di cui parli e quelle che hai avuto davvero. Anche in quest’ultimo caso, infatti, il selezionatore può verificare in breve tempo se tu abbia effettivamente lavorato per una certa impresa o meno.
Il consiglio? Sii chiaro e sincero da subito: metti in evidenza i tuoi punti di forza, ma non aver paura di ammettere dei limiti.
Questo è un errore che riguarda più che altro il momento della preparazione a un colloquio di lavoro, rispetto al vero e proprio appuntamento con l’azienda.
I recruiter di oggi, quando ricevono delle candidature, sempre più spesso controllano anche la reputazione digitale del candidato, ovvero i suoi profili social e quello che appare su Google cercando il nome e cognome della persona.
Sei sicuro di permettere a chiunque di vedere liberamente informazioni e contenuti legati alla tua sfera privata? Curare la tua reputazione online può essere importante non solo per ottenere il posto di lavoro, ma anche per mantenerlo: sono diversi i casi di lavoratori licenziati per commenti sconvenienti sui social o perché si lamentavano del proprio capo su tali piattaforme.
Dunque, valuta se rivedere o meno le tue impostazioni sulla privacy: online e offline non sono due mondi separati, ma complementari, dove aver cura della propria reputazione in egual misura.
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