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cosa-scrivere-nel-curriculum-cose-non-possono-mancare
Cosa scrivere nel curriculum: 5 cose che non possono mancare

Quante possibilità hai di fare colpo con il tuo CV? E quante di sbagliare? La risposta sta nella qualità di ciò che stai per scrivere in questo importante documento che sarà il tuo lasciapassare per il primo incontro conoscitivo.

Nella nostra esperienza professionale abbiamo visto passare migliaia di Curriculum e sappiamo riconoscere molto bene quali hanno le carte in regola per passare al prossimo step e quali, invece, peccano in alcuni punti (a volte troppo).

Vogliamo oggi darti un consiglio speciale, anzi ben 5! Sapresti dire quali sono le cose che dovresti assolutamente scrivere nel tuo curriculum? Lo scopriamo insieme.

 

1. I tuoi dati anagrafici

 

Vogliamo iniziare proprio da quella che sembra una “banalità” perché è qui che si nascondono gli errori più gravi e pericolosi. Pensando a un Curriculum, è facile concentrarsi sulle tue esperienze, sui tuoi studi e sulle competenze che hai sviluppato, ma se non lasci i tuoi dati di ricontatto, tutte queste informazioni non potranno mai sortire alcun effetto.

Come prima cosa, quindi, accertati di aver inserito nel CV tutte le informazioni anagrafiche rilevanti e, soprattutto, i dati di contatto.

Ecco qui una lista completa di ciò che non può proprio mancare:

  • nome e cognome;
  • indirizzo di domicilio;
  • numero di telefono;
  • indirizzo e-mail;
  • codice fiscale.

Cinque semplici informazioni che permettono al recruiter di avere tutti i dati che gli servono per valutare il tuo CV e poterti richiamare per fissare il colloquio.

E non dimenticare: riserva a queste informazioni un posto di rilievo, in cima all’intero documento, perché è qui che il reclutatore andrà a cercarle.

 

2. Il consenso al trattamento dei dati

 

Dalla testa del CV passiamo direttamente in fondo al documento. Non che il resto sia poco rilevante, ma al secondo posto di questa lista su ciò che non puoi dimenticare di scrivere nel tuo Curriculum Vitae c’è proprio una frase che devi inserire a chiusura.

Si tratta del consenso al trattamento dei dati perché, anche se sei stato tu in persona a consegnare le preziose informazioni racchiuse nel CV, devi dare il permesso al recruiter e all’azienda di utilizzare i dati che hai condiviso ai fini della selezione e del tuo ricontatto.

E cosa dovresti scrivere esattamente? Puoi approfondire qui il tema dell’autorizzazione al trattamento dei dati personali se vuoi ma, in via riassuntiva, ti basterà scrivere questa formula:

“Autorizzo al trattamento dei dati personali presenti nel Curriculum Vitae secondo l’art. 13 del D. Lgs. 196/2003 e l’art. 13 GDPR 679/16”.

 

3. Non solo esperienze lavorative e formative

 

Inconsciamente, se pensi a un Curriculum, ti vengono in mente come prime cose le esperienze formative e lavorative. È chiaro: è a questo che server un CV, no?

Eppure ci sono delle informazioni che possono rendere queste ultime ancora più importanti. Ed è su queste che vogliamo concentrarci in questa lista delle cose più importanti da scrivere nel Curriculum Vitae.

Stiamo parlando dei tuoi interessi, di ciò che ti appassiona e ti contraddistingue al di fuori dell’ambito lavorativo. Tutte queste informazioni sono infatti fondamentali al recruiter per poter valutare aspetti contestuali al lavoro e anche la tua personalità. Valuta quindi molto bene quali hobby includere all’interno di una sezione dedicata nel CV, selezionandoli in base all’attività dell’azienda per cui ti candidi. La domanda a cui devi trovare risposta è questa: “Cosa possono raccontare di interessante le mie passioni al selezionatore?”.

Insieme a questo genere di informazioni, ricorda anche di riservare uno spazio ai tuoi obiettivi professionali. Un lavoratore che si ritiene arrivato o non trasmette nessuna particolare aspirazione è un candidato poco attraente agli occhi di un selezionatore attento. Quello che ti consigliamo, quindi, è di includere in pochissime righe – o, ancora meglio, punti – ciò che ti aspetti dal lavoro per cui ti candidi e quali sono gli obiettivi che vuoi portare in questo contesto. Così sì che saprai attirare l’attenzione in modo positivo!

 

4. Una personalizzazione settoriale

 

Avrai sicuramente letto che assieme al CV è bene consegnare una lettera di presentazione, ma a contestualizzare la tua candidatura non deve essere solo questo. Già nella stesura del tuo Curriculum, infatti, devi pensare a chi ti stai rivolgendo, per quale azienda e posizione ti stai proponendo e come puoi far capire che sei pienamente consapevole di essere il candidato ideale.

Il modo migliore per centrare questo obiettivo è mettere in risalto tutte quelle caratteristiche e conoscenze che ti qualificano professionalmente, anche addentrandoti in dettagli specialistici. Tutto questo, ovviamente, riflettendo molto bene sulle competenze e peculiarità che potrebbero essere utili nello svolgimento del lavoro offerto.

Proprio così renderai il tuo CV più “caldo” e meno anonimo, dimostrando non solo di aver compreso esattamente cosa l’azienda sta cercando, ma anche di esserti informato sulla sua attività e le sue necessità.

 

5. Tempistiche specifiche per un CV consistente

 

Infine, un consiglio che ti aiuterà senz’altro a mettere ordine e a non lasciarti scappare nessuna informazione essenziale durante la stesura.

Quanti modelli di Curriculum hai visto in cui le informazioni vengono riportate in modo diverso? E in quanti trovi dei dettagli che in altri non ci sono? Impossibile capire quale sia la pratica più corretta.

Eccoci qui in tuo aiuto. Abbiamo racchiuso le informazioni necessarie nell’enunciazione di esperienze professionali e formative in questa semplice lista:

  • periodo di assunzione o periodo formativo, nella formula “dal… al…”;
  • nome completo dell’azienda o dell’Istituto di formazione;
  • settore dell’azienda o ambito formativo;
  • qualifica o ruolo ricoperto in caso di esperienze lavorative, titolo conseguito per quanto riguarda i percorsi formativi;
  • responsabilità e attività svolte sul lavoro o particolari corsi e indirizzi durante gli studi.

 

Siamo certi che con questi 5 consigli saprai rendere il tuo Curriculum perfetto per la tua prossima candidatura.

Sei alla ricerca di lavoro e vuoi allargare le tue prospettive, saremmo felici di fare la tua conoscenza. Selezioniamo ogni mese diversi profili professionali per le nostre aziende clienti e il prossimo potresti essere proprio tu!

Guarda subito gli annunci di lavoro già presenti sul nostro sito oppure invia qui il tuo CV per essere sempre aggiornato sulle nuove posizioni aperte.

7 Ottobre 2022
categorie-protette-e-lavoro-quali-sono
Categorie protette e lavoro: quali sono e cosa devi sapere

Tutti siamo diversi ed è proprio questa diversità a renderci unici. Anche nel mondo del lavoro vale questa regola, ed è per questo che sono state riconosciute delle categorie particolari che devono essere tutelate e riconosciute nei loro limiti, ma anche nelle loro potenzialità.

Nel nostro lavoro entriamo in contatto anche con professionisti che hanno diverse forme di disabilità. Per questi lavoratori ci sono delle regole particolari da seguire, che ne aiutano l’inserimento e ne tutelano l’attività.

Se anche tu fai parte di questa categoria o vuoi conoscere di più a proposito delle categorie protette sul lavoro, siamo qui per condividere con te tutto ciò che devi sapere a questo proposito.

 

La definizione di “categoria protetta”

 

Per prima cosa, facciamo chiarezza. In Italia esiste una legge che sancisce il riconoscimento di questa speciale categoria, i suoi componenti e il loro trattamento. Stiamo parlando della Legge 68/99 (“Norme per il diritto al lavoro dei disabili”), che da un lato favorisce l’inserimento lavorativo di persone affette da diverse forme e livelli di disabilità e dall’altro incentiva le aziende attraverso alcuni sgravi.

In generale, possono rientrare nella categoria protetta le persone in età lavorativa (tra i 15 e i 65 anni) che hanno un’invalidità di tipo fisico, psichico, sensoriale o intellettivo che ne riduce la capacità lavorativa di più del 45%. Questo, però, non significa che non possano lavorare, quindi la definizione di “categoria protetta” tutela questi soggetti perché possano essere integrati adeguatamente in contesti lavorativi idonei e possano godere di uguali possibilità rispetto ai colleghi, attraverso servizi di collocamento mirato.

Più nel dettaglio, ecco una lista completa dei lavoratori che hanno diritto di rientrare tra le categorie protette sul lavoro:

  • chi ha un’invalidità civile superiore al 45% (il caso più comune);
  • le persone che hanno contratto un’invalidità sul lavoro superiore al 33%;
  • gli invalidi di guerra e i civili di guerra;
  • gli ipovedenti e non vedenti, nello specifico chi riesce vedere solo un decimo o meno;
  • i sordomuti;
  • categorie speciali di persone che si trovano in condizioni di svantaggio o disagio sociale riconosciute dall’articolo 18 della Legge 68/99, ad esempio vedove, orfani, profughi, vittime del terrorismo o della criminalità organizzata.

 

Come iscriversi ad una categoria protetta

 

Adesso ti è senz’altro più chiaro chi può rientrare in questa categoria speciale di lavoratori. Se stai cercando informazioni pratiche per iscriverti ad una categoria protetta, eccoci pronti ad accontentarti con tutte le informazioni che ti servono.

Per iscriverti a una categoria protetta dovrai seguire questi passi.

1. Se hai un’invalidità contratta sul lavoro, dovrai partire dall’accertamento certificato dall’INAIL, con il quale presentarti direttamente all’INPS (punto 4).

2. Per tutti gli altri casi, il percorso inizia dalla richiesta di un certificato che attesti la tua invalidità da parte del tuo medico di base.

3. Con il documento che descrive il tipo e la gravità dell’invalidità dovrai presentarti ad un CAF per aprire una pratica INPS.

4. L’INPS ti convocherà per un esame medico di fronte ad una commissione sanitaria di zona.

5. L’esito ti informerà della percentuale di invalidità riconosciuta e il livello di agibilità sul lavoro, che potrai sapere accedendo al sito dell’INPS e ti arriverà poi a casa tramite raccomandata.

6. L’ultimo passaggio è recarti al Centro per l’Impiego della tua Provincia per iscriverti ad una graduatoria per l’inserimento lavorativo mirato, dando prova di essere disoccupato e non in età di pensionamento.

 

Quali sono i diritti e i doveri dei lavoratori in categorie protette

 

Essere iscritto alle categorie protette non significa essere un privilegiato. Come per tutti i lavoratori, esistono anche per questa categoria dei doveri e dei diritti che vengono salvaguardati.

Tra i doveri che devi riconoscere come tali possiamo citare l’orario di lavoro, che non è ristretto rispetto ai colleghi se non per evidenti necessità di salute che lo richiedano e che siano certificate. Quindi anche il lavoratore in categoria protetta può fare straordinari ed essere inserito nei turni di lavoro.

Se da una parte la legge tutela e incentiva l’assunzione di questa categoria di professionisti, dall’altra riconosce la possibilità al datore di lavoro di interrompere il contratto per giusta causa o per un aggravarsi delle condizioni di salute che non permette più il corretto svolgimento dell’attività lavorativa.

Passando invece ai diritti, è importante sapere che una persona assunta in categoria protetta deve poter accedere a un contratto di lavoro paritario rispetto a un qualsiasi altro lavoratore, che sarà quindi regolato dalle stesse norme previste per legge. Questa parità si riscontra anche nel trattamento economico, che deve essere uguale a quello dei colleghi di pari livello e mansione.

A questo si aggiunge il riconoscimento di permessi retribuiti dall’INPS pari a 3 giorni lavorativi al mese, regolati dalla legge 104, per potersi occupare di eventuali visite o cure legate al proprio stato di salute.

 

Le regole e i vantaggi per le aziende che assumono categorie protette

 

Per far funzionare in modo fluido questa macchina di supporto alle persone con disabilità a diversi livelli, è necessaria la collaborazione delle aziende e dei datori di lavoro. Per questo motivo sono stati introdotti sempre dalla Legge 68/99 anche degli obblighi per le imprese, sia pubbliche che private.

Ogni attività ha infatti l’obbligo di assumere personale dipendente in categoria protetta, in modo proporzionale alle dimensioni dell’attività e al numero di lavoratori assunti a tempo indeterminato.
Nello specifico, le aziende che hanno tra i 15 e i 35 dipendenti devono assumere almeno 1 soggetto in categoria protetta. Se i dipendenti salgono fino ai 50, allora l’azienda dovrà assumere almeno 2 lavoratori in categoria protetta. Quando la soglia supera i 50 dipendenti, la proporzione che deve essere rispettata è del 7%.

Da questi calcoli, però, vengono esclusi i dirigenti, chi lavora in smart working e i lavoratori con contratto a tempo determinato, di apprendistato o di somministrazione. I lavoratori part-time, invece, vengono conteggiati in proporzione al monte ore lavorato.

Esistono, in generale, due modalità per essere assunto se appartieni ad una categoria protetta:

  • per chiamata nominativa. In questo caso è direttamente l’azienda che contatta il Centro per l’Impiego di competenza per richiedere l’assunzione di uno specifico professionista iscritto come categoria protetta;
  • per chiamata numerica. Qui l’azienda non agisce in modo diretto, ma si affida alle liste dei Centri per l’Impiego per assumere il lavoratore in categoria protetta.

Per garantire la collaborazione delle aziende, ad esse vengono riconosciuti dei vantaggi economici e fiscali che agevolano l’assunzione di questa speciale categoria di lavoratori.

Nel dettaglio, le aziende ottengono il pagamento da parte dello Stato dei contributi previdenziali e assistenziali di un lavoratore con invalidità oltre il 79% o con handicap intellettivo e psichico fino a un massimo di 8 anni. Per i lavoratori che hanno un’invalidità tra il 67% e il 79%, invece, questo aiuto statale si riduce ad un massimo di 5 anni.

Infine, per i lavoratori con invalidità superiore al 50% le aziende ottengono un contributo alle spese sostenute per l’adeguamento del posto di lavoro o la predisposizione del lavoro in smart working.

 

Se stai cercando un lavoro come categoria protetta e ti piacerebbe entrare in contatto con aziende interessate al tuo profilo professionale, questo è il posto giusto. Assieme ai nostri consigli, possiamo aiutarti anche attraverso la selezione: cerchiamo sempre nuovi profili per le nostre aziende clienti, e il prossimo potresti essere proprio tu!

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30 Settembre 2022
addetto-al-confezionamento-cosa-fa-competenze
Addetto al confezionamento: cosa fa e competenze richieste

Ci sono alcuni lavori che nascondono dietro alla loro apparente semplicità una specificità sorprendente. Cosa servirà mai per confezionare dei prodotti, ci si può domandare. Eppure anche in questa attività sono richieste delle conoscenze e delle competenze per niente banali, che sanno trasformarla in una vera sfida professionale.

Nel nostro lavoro abbiamo contatto con tantissime diverse professioni ogni giorno e abbiamo imparato ad analizzarle una ad una. Anche per l’addetto al confezionamento abbiamo riservato questo speciale trattamento, entrando in contatto con chi questo mestiere lo fa da molti anni e chi invece sta cercando il suo primo impiego proprio in questo ambito.

Il primo passo da compiere per approfondire il profilo dell’addetto al confezionamento è conoscerne le caratteristiche professionali, il percorso formativo richiesto e le competenze che dovresti avere per candidarti.

Siamo pronti per accompagnarti alla scoperta di questo interessante mestiere: passo dopo passo, ne siamo certi, sarai in grado di chiarire se si tratta anche della tua strada.

 

Cosa fa l’addetto al confezionamento

 

L’addetto al confezionamento è inquadrato nel quarto o quinto livello del contratto collettivo come operaio dell’industria alimentare. Con questo titolo, può essere impiegato in qualsiasi tipo di azienda alimentare, sia industriale che artigianale.

Ma di cosa si occupa esattamente questa figura? Per “confezionamento”, infatti, si possono intendere tantissime attività, dall’aggraffatura all’imbottigliamento, dall’etichettatura alla pallettizzazione, dalla cellophanatura alla sterilizzazione. Sostanzialmente, tutte le operazioni che proteggono il prodotto alimentare in modo che non venga danneggiato o deteriorato da agenti esterni rientrano tra i compiti di questo professionista.

Tra le mansioni principali possiamo trovare la preparazione dei macchinari di confezionamento, in modo che il processo possa essere lineare e veloce. Questa operazione è un’attività giornaliera per l’addetto al confezionamento, da effettuare con molta attenzione all’inizio di ogni turno per avere la certezza di una produzione all’altezza degli standard aziendali. Quando il macchinario è pronto, si deve occupare anche del caricamento dei materiali per il confezionamento, siano essi buste plastiche, bottiglie, imballaggi in Tetrapak.

Ora che tutto è pronto, si può partire con la produzione. Durante questa fase, è fondamentale che l’addetto al confezionamento si occupi anche di fare controlli a campione sul prodotto confezionato, per verificare se ci sono difetti e se tutto è conforme alle regole igienico-sanitarie.

A proposito di queste ultime, non va dimenticato che una delle responsabilità dell’addetto al confezionamento riguarda la sicurezza del prodotto alimentare, per questo si occupa anche di registrare i dati dei macchinari, di prevenire la contaminazione con sostanze potenzialmente nocive e di controllare lo stato igienico degli ambienti di produzione.

 

Come diventare addetto al confezionamento

 

Le mansioni dell’addetto al confezionamento sono molte e varie. Hai sicuramente compreso che per poter avere il controllo su tutte quelle responsabilità è necessario avere competenze ben specifiche.

La formazione di questa figura, ad oggi, non richiede un percorso particolare, ma per poter ambire a una posizione di responsabilità è senz’altro importante avere una qualifica professionale in ambito alimentare.

Il lavoro viene per lo più imparato con la pratica diretta, in azienda. Alla prima assunzione l’addetto viene affiancato a colleghi con lunga esperienza per imparare ogni dettaglio del lavoro e acquisire la giusta autonomia nelle operazioni professionali quotidiane.

Assieme a queste fondamentali conoscenze pratiche, è essenziale però un continuo aggiornamento normativo, che permette all’addetto di operare in totale sicurezza, per sé e per la produzione stessa.

 

Le competenze più richieste agli addetti al confezionamento

 

Eccoci arrivati ad approfondire quali sono le competenze richieste dal mondo del lavoro per questa professione. Se sei interessato a diventare addetto al confezionamento e vuoi proporti alle aziende nel modo migliore per ottenere questo lavoro, ti riportiamo di seguito le competenze su cui puntare nel tuo CV e nella lettera di presentazione.

1. Competenza tecnico-alimentare. Conoscere il prodotto da confezionare, le caratteristiche ottimali per il suo confezionamento e le fasi delle lavorazioni necessarie per arrivare a questo risultato è un punto di assoluto vantaggio per questa posizione lavorativa. Se hai queste conoscenze, inseriscile in evidenza all’interno dei tuoi documenti di presentazione.

2. Conoscenza degli strumenti di confezionamento. Come per molti lavori tecnici, anche per l’addetto al confezionamento è essenziale la conoscenza approfondita dei macchinari che vengono utilizzati per le lavorazioni. Specifica con quali macchinari hai già dimestichezza, includendo anche dettagli tecnici settoriali per supportare la tua dichiarazione.

3. Attitudine all’organizzazione. Nel confezionamento sono coinvolti diversi macchinari, molte volte anche più di uno contemporaneamente. Per questo motivo una ottima propensione all’organizzazione autonoma è fondamentale per il datore di lavoro e devi metterla in risalto se fa parte delle tue caratteristiche personali.

4. Capacità di lavorare in team. Se credi che quella dell’addetto al confezionamento sia una professione solitaria, ti sbagli. Sebbene possa trovarsi in certi momenti a gestire alcuni processi da solo, deve essere in grado di coordinarsi con i colleghi e gli altri reparti in modo che la linea di produzione mantenga sempre la sua linearità e produttività.

Speriamo che queste informazioni ti aiutino ad ottenere il tuo prossimo lavoro come addetto al confezionamento.

Se stai valutando nuove proposte lavorative e vuoi metterti in gioco, saremmo felici di conoscerti. Guarda subito tra gli annunci di lavoro già pubblicati se c’è quello che stai cercando, oppure carica qui il tuo CV per essere sempre aggiornato sulle nuove opportunità.

23 Settembre 2022
autorizzazione-trattamento-dati-personali-cv
L’importanza dell’autorizzazione al trattamento dei dati personali nel CV

Hai fatto tutto quanto per bene: hai studiato approfonditamente l’azienda per cui ti stai candidando, hai selezionato le esperienze e le competenze più interessanti per la posizione, hai curato ogni dettaglio del tuo Curriculum Vitae. Non buttare all’aria tutto questo lavoro per una banale noncuranza!

Nel nostro lavoro visioniamo centinaia di CV ogni giorno, ma sai quanti di questi dobbiamo necessariamente scartare perché non includono il trattamento dei dati personali? Senza questa dichiarazione non abbiamo l’autorizzazione per includerti nelle ricerche di personale, ed è il motivo di moltissimi fallimenti nella ricerca attiva di lavoro.

Per aiutarti a non cadere in questo fatale errore, abbiamo raccolto in questo articolo tutte le informazioni che ti servono per sapere cos’è l’autorizzazione al trattamento dei dati personali, perché è importante inserirla nel tuo CV e soprattutto come va inserita nel Curriculum. Dopo questo potrai essere certo di avere una presentazione davvero perfetta!

 

Che cos’è l’autorizzazione al trattamento dei dati personali

 

Avrai sicuramente già sentito parlare di Garante della Privacy. Oggi, in qualsiasi occasione tu debba lasciare i tuoi dati a un ente, un’azienda o un’associazione, ti viene richiesto di firmare il consenso al trattamento dei tuoi dati, a conferma della tua volontà all’utilizzo dei dati che hai rilasciato.

Per arrivare a questo sono serviti molti anni di dibattiti e confronti, fino all’istituzione del Garante per la protezione dei dati personali, che si definisce in un’autorità amministrativa indipendente che è stata istituita dalla Legge sulla Privacy (numero 675 del dicembre 1996).

Questa autorità di controllo ha lo scopo di rendere effettivo in Italia il Regolamento generale sulla protezione dei dati personali 2016/679 dell’Unione Europea.

Grazie a queste tutele, i tuoi dati devono essere:

  • trattati in modo lecito, secondo le modalità previste per legge;
  • raccolti e registrati solo per utilizzi espliciti e legittimi;
  • esatti, in tutte le loro parti (per questo devono essere periodicamente aggiornati);
  • pertinenti alle finalità per cui vengono raccolti, quindi con una selezione accurata e mai ampia;
  • conservati in sicurezza e solo per il tempo necessario allo scopo per il quale sono stati raccolti.

 

Perché l’autorizzazione al trattamento dei dati personali è essenziale in un CV

 

La raccolta dei tuoi dati, anche se inseriti in una candidatura spontanea, deve essere esplicitamente concessa attraverso una tua dichiarazione firmata.

Ecco perché quando prepari il tuo Curriculum Vitae, che contiene moltissime informazioni sensibili che ti riguardano, devi assolutamente accertarti di aver inserito la dicitura necessaria e di aver firmato il documento affinché i dati inseriti possano essere utilizzati dall’azienda che li riceve.

Prova a pensarci: se il recruiter riceve il tuo CV ma non ha il tuo consenso ad utilizzare il numero di telefono indicato nel documento, come potrà ricontattarti? Proprio questo è il modo più facile per precluderti la selezione.

Non si tratta di un eccesso di zelo: chi non rispetta la legge riguardante il trattamento dei dati personali è perseguibile penalmente, quindi nessuna azienda o selezionatore rischierà di incorrere in provvedimenti per contattarti per un colloquio.

Dunque, se sei interessato ad essere invitato per una proposta lavorativa, ricordati di inserire correttamente la dicitura controfirmata per il trattamento dei tuoi dati al fine della selezione per la quale ti candidi.

 

Come devi inserire l’autorizzazione al trattamento dei dati nel tuo CV

 

Passiamo subito alla pratica: come va inserita questa autorizzazione?

La dicitura va indicata in fondo al documento, seguita dalla data e dalla tua firma. Se spedisci il Curriculum in formato digitale (ad esempio via e-mail) assicurati di aver inserito la tua firma oppure di aver apposto alla comunicazione la tua firma digitale.

Ora che sai dove va inserita, passiamo a vedere la dicitura vera e propria. Ci sono diverse formule tra cui puoi scegliere: tutte indicano la stessa cosa, variano solo nella forma. Scegli tra queste e inseriscile nel tuo CV.

  • Acconsento al trattamento dei miei dati personali ai sensi dell’art. 13 Dlgs 196 del 30 giugno 2003 e dell’art. 13 GDPR (Regolamento UE 2016/679) per scopo di ricerca e selezione del personale.
  • Acconsento il trattamento dei dati personali contenuti nel presente curriculum vitae ai sensi dell’art. 13 del D. Lgs. 196/2003 e all’art. 13 del Regolamento UE 2016/679 per la protezione delle persone fisiche e giuridiche riguardo al trattamento dei dati personali.
  • Autorizzo il trattamento dei dati personali presenti nel CV in conformità con l’art. 13 del Decreto Legislativo 30 giugno 2003, n. 196 (Codice in materia di protezione dei dati personali) e dell’articolo 13 del GDPR (Regolamento UE 2016/679).
  • Autorizzo al trattamento dei dati personali presenti nel Curriculum Vitae secondo l’art. 13 del D. Lgs. 196/2003 e l’art. 13 GDPR 679/16.

 

Ora il tuo Curriculum Vitae è pronto e completo!

Se sei alla ricerca di lavoro, potresti essere già nel posto giusto: guarda subito gli annunci già presenti sul nostro sito oppure carica qui il tuo CV per essere sempre aggiornato sulle nuove opportunità di tuo interesse.

16 Settembre 2022
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JOB Just On Business è un’agenzia del lavoro con quasi vent’anni di esperienza nel settore e una rete di unità operative attiva su tutto il territorio nazionale.

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